Lunedì 14 luglio, alle ore 21:15, il Parco della Zucca di Bologna si trasforma in un palcoscenico per “Duedinoi”, un evento multidisciplinare che commemora il quarto anniversario della scomparsa di Christian Boltanski e il quarantacinquesimo anniversario della tragedia di Ustica.
Più che un semplice spettacolo, si tratta di una riflessione artistica e morale, un atto di memoria condivisa promosso dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, guidata dalla presidente Daria Bonfietti, che in Boltanski ha visto un amico prezioso, capace di elevare il dolore e la memoria a forma d’arte.
L’eredità di Boltanski, artista profondamente sensibile alla condizione umana, alla fragilità e alla perdita, si fonde con l’eco di Ustica, una ferita ancora aperta nella coscienza collettiva italiana.
La sua installazione permanente al Museo per la Memoria di Ustica, un luogo di raccoglimento e riflessione, testimonia l’impegno dell’artista nel dare voce a chi non ce l’ha, restituendo dignità alle storie interrotte.
“Duedinoi” si distacca dalle convenzioni del palcoscenico, abolendo la distanza tra artista e pubblico.
L’artista grafico Stefano Ricci, con la sua tecnica del live painting, e il sassofonista Dan Kinzelman, con le sue evocative melodie, creano un’esperienza immersiva, un incontro diretto che trascende la semplice fruizione artistica.
Ricci, sottolineando l’importanza della prossimità, spiega come la decisione di eliminare la barriera palco-pubblico derivi da una profonda convinzione: l’arte, specialmente in contesti di memoria e di ingiustizia, deve essere un atto comunitario, un’esplorazione condivisa di emozioni e significati.
L’energia del pubblico, secondo Ricci, diventa parte integrante del processo creativo, alimentando l’atto stesso di rappresentazione.
Le immagini create dal vivo da Ricci verranno proiettate sulla facciata del Museo per la Memoria di Ustica, dialogando con le luci intermittenti delle finestre, in una coreografia suggestiva che celebra la vita delle 81 vittime e amplifica il silenzio che ancora avvolge il relitto del DC-9.
Lo spettacolo non è solo un omaggio, ma anche una forma di resistenza, un richiamo alla verità che ancora attende di emergere, soprattutto in un momento storico segnato dalla richiesta di archiviazione.
L’evento, ad ingresso gratuito, si configura come un’occasione unica per confrontarsi con la fragilità dell’esistenza, la potenza della memoria e il ruolo dell’arte come strumento di denuncia e di speranza, un atto di resilienza collettiva capace di illuminare le zone d’ombra di una storia ancora incompleta.