Il Forum di Assago ha vibrato ieri sera, non tanto per un concerto, quanto per un’esplosione di resilienza e affetto collettivo.
Luca Carboni, dopo un silenzio di sei lunghi anni dal palco e un percorso personale segnato dalla malattia, ha restituito al pubblico l’energia contagiosa che lo contraddistingue, culminando nel trionfo di “Rio Ari O”.
Un evento che ha richiamato un’onda di passione musicale proveniente da ogni angolo della penisola, testimonianza del legame profondo che unisce l’artista ai suoi ascoltatori.
L’atmosfera era palpabile, densa di un’attesa trattenuta mesi prima.
Carboni, visibilmente commosso, ha espresso la sua gioia di essere tornato, condividendo l’intensità emotiva di questo ritorno.
Ogni pausa, un respiro sospeso tra una canzone e l’altra, è stata riempita dal ruggito corale del pubblico, un’ovazione che scandiva il nome dell’interprete come un mantra di speranza e incoraggiamento.
Il repertorio, un viaggio attraverso la sua discografia, ha riproposto successi intramontabili, da “Farfallina” a “Silvia lo sai”, fino all’ironica esortazione a “Ci vuole un fisico bestiale” e all’epico “Inno Nazionale”.
Ma il concerto è stato molto più di una semplice esecuzione di canzoni: è stato un atto di coraggio, un inno alla vita.
La presenza di amici e colleghi, Cesare Cremonini, Elisa e Jovanotti, ha amplificato l’intensità emotiva della serata.
Non solo si sono esibiti al suo fianco, ma hanno rappresentato un sostegno costante nei momenti più ardui, offrendo una spinta propulsiva fondamentale per il suo ritorno.
Carboni ha raccontato con gratitudine come il loro affetto e la loro vicinanza abbiano alimentato la sua determinazione a riprendere a cantare.
Un momento particolarmente toccante è stato l’esordio di Cesare Cremonini al sassofono durante l’esecuzione di “Mare Mare”.
La scena, con i quattro artisti che si alternavano nelle strofe tra abbracci e sorrisi, ha sigillato un’amicizia sincera e ha illuminato un Forum completamente gremito, un palcoscenico che si è trasformato in un luogo di festa e di celebrazione.
Il concerto non è stato solo un ritorno alle scene, ma una rinascita, un’affermazione potente della forza dell’arte e dell’umanità.







