(di Alessandra Magliaro)Nicolò Govoni, trentadue anni, incarna una traiettoria inaspettata, un percorso che lo ha portato dal problematico adolescente alle linee di frontiera dell’impegno sociale globale. Da cinque anni residente in Kenya, la sua vita ha subito una metamorfosi radicale a vent’anni, quando un’esperienza di volontariato in India ha acceso in lui una scintilla di consapevolezza e un profondo senso di responsabilità. La sua storia, esemplare di resilienza e dedizione alla giustizia sociale, lo ha portato a essere candidato al prestigioso Premio Nobel per la Pace, in riconoscimento del lavoro svolto con l’associazione Still I Rise, fondata nel 2018 insieme a Giulia Cicoli.Il documentario biografico “School of Life”, diretto da Giuseppe Marco Albano, prodotto da Groenlandia in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Freak Factory, offre uno sguardo intimo sulla missione di Still I Rise. La pellicola, in anteprima al Biografilm Film Festival di Bologna il 14 giugno, non è solo una biografia di Govoni, ma un viaggio emozionante nelle vite dei bambini più vulnerabili del mondo, spesso relegati in zone dimenticate, dove le opportunità di crescita e sviluppo appaiono inesistenti.Il messaggio centrale del documentario è potente e, nel contesto attuale, quasi sovversivo: *si può*. In un’epoca dominata da notizie di crisi, disuguaglianze e scoraggiamento, soprattutto per le giovani generazioni, l’azione concreta e la volontà di contribuire al cambiamento assumono un valore rivoluzionario. Govoni stesso racconta di un passato segnato da difficoltà scolastiche, un percorso inatteso che lo ha portato a maturare un’esperienza umana e professionale di straordinaria portata. Il film, dunque, rappresenta un’opportunità per diffondere la conoscenza dell’associazione Still I Rise, ma anche un invito all’azione, un inno all’ottimismo e alla speranza, rivolto in particolare ai giovani.La missione di Still I Rise può essere riassunta con un sottotitolo eloquente: *quando l’istruzione salva la vita*. L’associazione, attraverso scuole gratuite e modelli educativi innovativi, offre un’opportunità di riscatto per bambini profughi e marginalizzati, democratizzando l’accesso a un’istruzione di alta qualità, finora appannaggio di una ristrettissima élite globale (meno dello 0,1% della popolazione mondiale). Still I Rise si batte per un diritto universale: quello di ogni bambino di ricevere un’istruzione che lo aiuti a costruire il proprio futuro.Guardando al futuro, l’associazione progetta l’apertura di una scuola in Italia nel 2026/2027, con particolare attenzione ai bambini migranti e rom, ma anche ai giovani italiani in situazioni di vulnerabilità. Nello stesso anno è prevista l’apertura di una nuova scuola a Mumbai, in India, con un focus specifico sull’educazione femminile. Precedentemente, Still I Rise ha inaugurato scuole a Nairobi (Kenya), Bogotà (Colombia) e ha attivato scuole di emergenza in zone di conflitto come Siria, Congo (la prima struttura di riabilitazione nella regione del cobalto, volta a liberare i bambini dalla schiavitù minorile nelle miniere), Yemen e Samos (Grecia), dove la prima scuola è stata aperta da Govoni in risposta all’emergenza migratoria nel Mediterraneo.Ripercorrendo il suo percorso, Govoni ammette di non aver mai immaginato un simile destino. Il punto di svolta è stata l’esperienza sull’isola di Samos, in risposta alla drammatica situazione degli sbarchi. Da lì, le scelte, talvolta difficili, hanno portato a risultati inattesi e significativi. Consapevole delle sfide globali, che sembrano acuirsi giorno dopo giorno, Govoni non si lascia abbattere. Al contrario, focalizza la sua attenzione sui risultati positivi: sulle vite che hanno trovato una nuova prospettiva grazie al contributo, seppur piccolo, dell’associazione. Un gesto, una goccia, che può cambiare il corso di un destino.
Nicolò Govoni: Da adolescente ribelle a Nobel Pace, la storia di una svolta
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