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Otello al Regio: una rilettura radicale per il Festival Verdi 2025

Il Teatro Regio di Parma si appresta ad accogliere un nuovo, intenso capitolo nell’interpretazione di *Otello*, l’opera che inaugurerà il Festival Verdi 2025 il 26 settembre.

Questo debutto non è una semplice riproposizione, bensì una rilettura radicale, fondata sulla nuova edizione critica curata da Linda B.
Fairtile, che promette di svelare nuove sfumature e complessità nel capolavoro verdiano.
A guidare l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini sarà Roberto Abbado, che affronta per la prima volta questa titanica opera, impegnato in un allestimento scenico firmato dal regista Federico Tiezzi, con le suggestioni visive di Margherita Palli per le scene e l’eleganza dei costumi di Giovanna Buzzi.

La scelta del cast riflette una ricerca accurata di interpreti capaci di incarnare la profondità psicologica dei personaggi.
Fabio Sartori, tenore di riconosciuta intensità, assumerà il ruolo del protagonista, Otello, mentre Ariunbaatar Ganbaatar, baritono di notevole espressività, darà voce all’abile e perfida figura di Jago.

La fragile bellezza e la tragica innocenza di Desdemona saranno interpretate dal soprano Mariangela Sicilia, la cui voce contribuirà a rendere ancora più straziante la sua discesa negli abissi della disperazione.

“Abbiamo cercato cantanti che non solo possiedano le doti tecniche necessarie, ma che sappiano anche comunicare la complessità emotiva dei loro ruoli,” ha dichiarato Alessio Vlad, direttore artistico del Festival.
*Otello*, composto nel 1887, rappresenta un momento cruciale nel percorso verdiano: un ritorno alle fonti shakespeariane dopo *Macbeth* e in preparazione a *Falstaff*, l’opera che sigillerà il suo testamento artistico.

La regia di Tiezzi intende scavare a fondo nelle dinamiche relazionali che animano la tragedia, trascendendo la mera narrazione per addentrarsi nel terreno inesplorato della psiche umana.

Il concept scenico si articola attorno a una “stanza della tortura” che funge da fulcro drammaturgico, un luogo simbolico che evoca le atmosfere claustrofobiche e opprimenti del teatro di Strindberg e Ibsen.
L’obiettivo non è quello di ricreare un ambiente storico preciso, ma di sprigionare l’essenza universale del dramma, attualizzandolo in chiave contemporanea.
L’impianto musicale, ricco di dissonanze e innovazioni armoniche, spinge Tiezzi a collocare l’atto conclusivo in un contesto suggestivo, ispirato all’Espressionismo e all’estetica fotografica di Gregory Crewdson.
Lo spazio scenico si trasforma così in un abisso nero e magmatico, un’immagine potente che rimanda all’inconscio collettivo e al tormento interiore di Otello.

L’influenza del film di Orson Welles, con la sua fotografia in bianco e nero densa di simbolismi, è palpabile nell’estetica visiva dell’allestimento.

La luce, elemento fondamentale, modella e manipola lo spazio, creando un’atmosfera di mistero e angoscia, accentuando la sensazione di oppressione psicologica.
La messa in scena ambisce a restituire, in definitiva, non solo la storia di un uomo distrutto dalla gelosia, ma a svelare le profondità oscure dell’animo umano, la fragilità dei legami e la potenza distruttiva delle manipolazioni.
Le repliche sono previste il 5 ottobre alle 15:30 e l’11 e il 19 ottobre alle 20; la prima del 26 settembre sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3.

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