Pirandello Pulp: Verità Nascoste tra Luci e Ombre

Pirandello Pulp: Un’Esplosione di Verità Inattese tra Luci e OmbreIl Teatro Celebrazioni di Bologna ospita, il 19 e il 20 dicembre, *Pirandello Pulp*, terzo atto di una stagione dedicata all’audace reinterpretazione del teatro pirandelliano.

Un’opera che, diretta da Gioele Dix e scritta da Edoardo Erba, vede protagonisti due pilastri del panorama attoriale italiano, Massimo Dapporto e Fabio Troiano, in una dinamica che trascende il semplice incontro per divenire un’esplorazione radicale del potere, della verità e dell’illusione scenica.

Lo spettacolo nasce da un’incongruenza apparente: le prove della commedia *Il Giuoco delle Parti*.
Maurizio, il regista interpretato da Massimo Dapporto, si trova a dover ripercorrere l’intero testo per istruire Carmine (Fabio Troiano), un tecnico luci inesperto, afflitto da acrofobia, un terrore invalidante per le altezze.

La situazione, apparentemente banale, si trasforma in un catalizzatore per una riflessione profonda sulla regia, sull’arte e sulla natura stessa della rappresentazione.

Carmine, inizialmente un elemento di disturbo, un ostacolo alle prove, si rivela un osservatore acuto, un filtro inaspettato attraverso cui rileggere il testo pirandelliano.
Le sue intuizioni, filtrate da una sessualità intensa e vissuta ai margini, scuotono le certezze di Maurizio, costringendolo a confrontarsi con prospettive inedite.
Si tratta di un confronto che non si limita alla sfera artistica, ma tocca corde emotive e psicologiche profonde, mettendo in discussione i ruoli convenzionali di potere e autorità.

La svolta decisiva avviene quando Maurizio, inizialmente irritato dalle obiezioni di Carmine, percepisce il potenziale trasformativo delle sue osservazioni.

L’idea di una regia “pulp”, un’interpretazione cruda e visceralmente moderna, si fa strada: ambientare *Il Giuoco delle Parti* in un parcheggio periferico, luogo simbolo di scambi clandestini e relazioni precarie, in cui le maschere cadono e le verità si rivelano.
Questo cambiamento di direzione porta ad un rovesciamento dei ruoli: Maurizio, il regista, si trova a dover eseguire le istruzioni di Carmine, a salire e scendere dalla scala, a farsi guidare.

Carmine, da parte sua, assume il ruolo di mente pensante, di architetto invisibile dello spettacolo.
Ma la trasformazione apparente non è solo una questione di dinamiche di potere.

L’esplorazione delle zone d’ombra, il coraggio di affrontare i tabù e le verità nascoste, porta alla luce un dramma più profondo, un intreccio di segreti che scuote le fondamenta del precario equilibrio raggiunto.
Il metateatro si rivela, quindi, non solo come un gioco di riflessioni sull’arte, ma come un amplificatore di verità scomode, conducendo lo spettatore verso un finale inatteso e sconvolgente, che lascia una profonda eco di interrogativi e riflessioni.

*Pirandello Pulp* non è solo uno spettacolo, ma un viaggio nell’abisso dell’animo umano, un’esplosione di verità inattese illuminata dalla luce cruda e impietosa di un parcheggio di periferia.

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