Un viaggio geologico, storico e culturale si dispiega a Ravenna: sabato 8 novembre (ore 15) inaugura presso il Pr2 la mostra “La Pietra di Aurisina: Carso, Istria e il suo eco nel Mediterraneo”, un percorso espositivo che, dopo le tappe di Trieste e Lubiana, proietta la storia di un materiale straordinario in una città custode di un suo magnifico compimento.
La mostra non è un semplice omaggio a un tipo di pietra, ma una vera e propria indagine sulla sua profonda influenza nella costruzione dell’identità culturale e artistica di un intero bacino adriatico.
La pietra di Aurisina, estrapolata dalle cave carsiche del confine tra Italia, Slovenia e Austria, assume il ruolo di protagonista silenziosa, ma eloquente, di una narrazione millenaria.
Essa trascende la sua mera materialità, diventando simbolo di un legame tra popoli, tecniche costruttive e tradizioni artigianali.
L’esposizione si configura come un dialogo poliedrico: un confronto tra geologia, archeologia, arte e memoria collettiva.
Il percorso accompagna il visitatore attraverso venti secoli, svelando come questa pietra, inizialmente utilizzata in forma grezza, abbia assunto ruoli sempre più sofisticati, fino a diventare elemento costitutivo di opere monumentali come il Mausoleo di Teodorico, un capolavoro che ne celebra la bellezza intrinseca e la maestria dei costruttori ostrogoti.
Il Mausoleo, dunque, non è solo un esempio di utilizzo della pietra, ma il fulcro attorno al quale ruota l’intera riflessione, un punto di convergenza di saperi e pratiche artistiche.
Oltre al rigore scientifico, con pannelli informativi, documenti storici e infografiche, la mostra esplora l’aspetto sensoriale e interpretativo.
Il progetto fotografico ‘Kave – L’ecosistema della pietra di Aurisina/Mostra Storie di Pietre – I Marmi di Aurisina’ offre un approccio artistico innovativo.
I fotografi, come sensibili interpreti, catturano la pietra in molteplici sfaccettature: dalle cave silenziose, ai laboratori degli scalpellini, dalle venature che raccontano il tempo, alle architetture che ne testimoniano l’uso.
Ogni scatto è un ascolto, una risposta alla voce mutevole della pietra, un tentativo di restituire la sua anima viva e la sua connessione con il paesaggio, il lavoro umano e le forze naturali.
La mostra, visitabile fino al 23 novembre, invita il visitatore a intraprendere un percorso multidisciplinare alla scoperta di un patrimonio geologico, storico e artistico di inestimabile valore, capace di connettere passato, presente e futuro.







