Il Ravenna Festival, da un trentasei anni, si conferma palcoscenico di eccellenza, un crocevia di talenti e un laboratorio di interpretazione musicale.
L’edizione corrente, come le precedenti, porta il sigillo inconfondibile di Riccardo Muti, figura centrale nel panorama operistico e sinfonico contemporaneo, e della sua Orchestra Cherubini, divenuta un’istituzione estiva per la città ravennate.
La stagione si è aperta con un gesto di generosità e lungimiranza: la presenza di Giuseppe Gibboni, giovane violinista di straordinaria sensibilità, un investimento nel futuro della musica.
Successivamente, un omaggio corale al patrimonio vocale italiano, culminato in una masterclass di rara intensità, un’immersione didattica che ha visto oltre tremila voci giovani e appassionate interagire sotto la guida del Maestro.
Queste iniziative, più che semplici concerti, rappresentano un atto di trasmissione del sapere e di valorizzazione delle nuove generazioni.
Il concerto in programma per il 5 luglio, al Pala De André, rappresenta l’apice di questo percorso artistico, un viaggio sinfonico che abbraccia tre giganti del Romanticismo: Giuseppe Verdi, Felix Mendelssohn e Ludwig van Beethoven.
L’esecuzione de *I Vespri Siciliani* di Verdi, con la sua concisione drammatica, introduce il pubblico all’atmosfera emotiva intensa che permea l’intera opera, un’opera che, pur essendo nata per il teatro parigino, affonda le sue radici in un episodio cruciale della storia italiana: la rivolta del 1282 che vide il popolo palermitano insorgere contro il dominio francese.
Questo episodio storico, tragico e liberatorio, è condensato in pochi minuti di musica vibrante, capace di evocare immagini di eroismo e sofferenza.
Segue la *Quarta Sinfonia* di Mendelssohn, soprannominata “Italiana” per l’ispirazione che ne derivò durante il suo viaggio attraverso la penisola nel 1830.
Un’esperienza formativa che lo vide attraversare Venezia, Firenze, Roma e Napoli, assorbendo la bellezza e l’arte che contraddistinguono il nostro paese.
La sinfonia, quindi, non è solo un’opera musicale, ma un vero e proprio ritratto dell’Italia, colta attraverso gli occhi di un artista straniero, ma profondamente sensibile alla sua unicità.
Il concerto si conclude con un monumento musicale universale, la *Quinta Sinfonia* di Beethoven.
Un’opera che trascende i confini geografici e temporali, raggiungendo un pubblico vastissimo grazie al suo tema inconfondibile, quel celebre “ta-ta-ta-tàaaaaa” che ne costituisce il cuore pulsante.
Più che una semplice composizione, la Quinta Sinfonia rappresenta un viaggio introspettivo, un’esplorazione del destino umano, della lotta contro le avversità, e della trionfante affermazione della volontà.
È un’opera che continua a parlare al cuore degli ascoltatori di ogni epoca, confermando il genio immortale di Beethoven e il suo contributo fondamentale alla storia della musica.
La sua interpretazione da parte di Muti si preannuncia un evento imperdibile, un’occasione per riscoprire la potenza espressiva di questa colossale opera.