Il progetto di una nuova miniserie dedicata a Rosario Livatino, magistrato siciliano assassinato dalla mafia e recentemente beatificato, assume una risonanza particolare per Michele Placido.
L’incontro con Papa Bergoglio, protrattosi ben oltre il tempo previsto, rappresenta per il regista e attore un sigillo di approvazione morale e etica, un impegno solenne a onorare la memoria e l’eredità di un uomo che ha incarnato la giustizia e la fede.
“Il giudice e i suoi assassini”, prodotta da Goldenart in collaborazione con Rai Fiction, non si propone come una mera riproposizione del racconto già presente nel film “Il giudice ragazzino” di Alessandro di Robilant.
Placido ambisce a delineare un ritratto più ampio e complesso, immergendosi nella psicologia del personaggio e nei meandri della criminalità organizzata che lo ha tragicamente colpito.
L’intervallo temporale trascorso dalla realizzazione del precedente film, e la conseguente maturazione delle indagini e della comprensione dei dinamici mafiosi, permettono di accedere a dettagli e prospettive inedite.
La beatificazione di Livatino, evento storico per la Chiesa Cattolica – il primo magistrato ad essere elevato agli onori degli altari – sottolinea la singolarità del suo percorso.
Placido esprime con forza la convinzione che molti altri, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, si siano distinti con pari dignità e coraggio nella lotta alla criminalità, meritevoli di simile riconoscimento.
L’atteso protagonista, scelto con cura, si distingue per il suo talento interpretativo, avendo già collaborato con registi di spicco come Jean-Michel Carré.
L’ambizione di Placido, che sembra orientarsi verso una carriera prevalentemente registica, riflette una riflessione più ampia sul suo percorso artistico e sul rapporto con il mondo dello spettacolo.
Ricorda con gratitudine l’apporto fondamentale di Damiano Damiani nella genesi di “La Piovra”, serie che ha rivoluzionato il linguaggio televisivo italiano, introducendo un approccio più realistico e complesso nella rappresentazione delle forze dell’ordine e della criminalità.
L’episodio della morte di Vittorio Cattani, e la successiva attenzione della stampa sovietica, sottolinea come la serie abbia assunto una dimensione internazionale, toccando temi universali come la giustizia, l’onore e la lotta contro la corruzione.
L’esperienza di “La Piovra”, così come il progetto attuale su Livatino, si configurano come testimonianze di un profondo impegno civile e di una visione innovativa nel racconto della realtà italiana, con l’intento di interrogare il presente e illuminare il futuro.