La partecipazione di San Marino all’Eurovision Song Contest si trova a un bivio, alimentata da una crescente preoccupazione per il trattamento riservato ai micro-stati da parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), l’ente garante della competizione.
Federico Pedini Amati, Segretario di Stato per il Turismo, conferma un disagio già espresso dal direttore generale di San Marino RTV e della Rai, Roberto Sergio, aprendo la possibilità di un ritiro, una decisione tutt’altro che scontata ma che riflette un profondo malcontento.
Il nodo centrale ruota attorno al sistema di votazione, percepito come intrinsecamente sbilanciato a favore delle nazioni con una maggiore risonanza mediatica e una base di telespettatori più ampia.
Questa dinamica, secondo le autorità sammarinesi, svantaggia irrimediabilmente i piccoli stati, limitando le loro reali possibilità di successo e relegandoli spesso a posizioni marginali nella classifica finale.
L’esperienza di Gabry Ponte, rappresentante di San Marino all’edizione 2023 a Basilea, che si è piazzato nelle ultime posizioni, è diventata un simbolo di questa frustrazione.
“Non vogliamo essere ridotti a un mero elemento di riempimento, un atto dovuto,” dichiara Pedini Amati.
“Abbiamo dignità e meritiamo un trattamento equo.
” L’amarezza si accentua per la sensazione di non essere ascoltati nelle rimostranze presentate all’EBU, un elemento che rende la prosecuzione della partecipazione un tema di riflessione complessa.
La situazione si pone in un contesto più ampio, che riguarda la sostenibilità della partecipazione di micro-stati come San Marino a eventi di portata internazionale.
La necessità di investimenti significativi in termini economici e creativi, unita alla limitata possibilità di ottenere risultati proporzionati, solleva interrogativi sulla reale convenienza di questo impegno.
Il percorso per la selezione del rappresentante sammarinese per l’Eurovision Song Contest, tradizionalmente legato al San Marino Song Contest, è ora avvolto da un’incertezza palpabile.
La decisione finale sarà presa in stretto coordinamento con Roberto Sergio, considerando le complessità della gestione di un’organizzazione di tale portata e valutando attentamente le implicazioni a lungo termine per l’immagine e la reputazione di San Marino.
L’edizione del 2026, destinata ad essere ospitata in Austria, paese trionfatore dell’ultima competizione, sembra lontana anni luce dalle preoccupazioni attuali.
La priorità è ridefinire il rapporto con l’EBU, negoziando un quadro regolamentare più equo e trasparente che garantisca ai piccoli stati una reale possibilità di competere, preservando al contempo l’integrità e l’identità culturale di San Marino.
La decisione, qualunque essa sia, segnerà un capitolo significativo nella storia della partecipazione sammarinese all’Eurovision Song Contest, un evento che, al di là della competizione musicale, incarna valori di dialogo, scambio culturale e apertura verso il mondo.