domenica 7 Settembre 2025
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Sul Filo di Arianna: Un Viaggio di Memorie nella Certosa

Un’esperienza sensoriale e intellettuale unica si dispiega all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, dal 9 al 23 settembre, grazie allo spettacolo itinerante “Sul filo di Arianna”, ideato e portato in scena dalla compagnia del Teatro dei Mignoli.
Un percorso che, con partenze ogni quindici minuti a partire dalle 18:30, invita a riscoprire il significato dell’abitare il tempo e lo spazio, intrecciando memoria, natura e riflessioni profonde.
Lo spettacolo, firmato da Mirco Alboresi, Caroline Moccia e Arianna Bartolucci, con la regia di Alboresi, non è semplicemente una passeggiata guidata, ma un vero e proprio invito all’ascolto attivo del paesaggio.

Un filo rosso, come un traccia invisibile che si rivela gradualmente, conduce il pubblico attraverso i labirintici giardini, tessendo un racconto frammentato e suggestivo.
Il filo narrativo, apparentemente eterogeneo, si dipana tra ricordi storici, visioni artistiche e drammi umani.
Si parte dalla prima giunta socialista di Bologna, un esempio concreto di trasformazione politica e sociale, per poi abbracciare le teorie del paesaggista Gilles Clément e la sua concezione dei “giardini in movimento”, ecosistemi dinamici che sfidano le staticità del territorio.

Il percorso si arricchisce di echi provenienti da luoghi lontani: la prima biblioteca di semi palestinese, un’oasi di resilienza e speranza in un contesto di conflitto, e le storie strazianti dei migranti che intraprendono il pericoloso cammino attraverso la rotta balcanica, lasciandosi alle spalle tutto ciò che conoscono.

“Sul filo di Arianna” esplora il complesso rapporto tra l’umanità e il mondo vegetale, sottolineando come per le piante i confini – quelli che noi costruiamo e facciamo rispettare con rigore – siano concetti relativi e superabili.
Un’analogia potente che ci invita a riflettere sulla nostra stessa percezione delle barriere, sia fisiche che ideologiche.

Come spiega Mirco Alboresi, lo spettacolo è “un racconto in cammino, tra ciò che cresce e ciò che resta”, un’esplorazione poetica della memoria collettiva e della persistenza della vita, un omaggio alla capacità di resilienza che accomuna esseri umani e piante, radicato nel terreno della Certosa, custode silenziosa di storie passate e promesse future.

Un’occasione per rallentare, osservare, ascoltare e, forse, comprendere.

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