Il Festival Verdi di Parma, celebre fucina operistica e centro nevralgico per lo studio e la diffusione del genio verdiano, ha svelato la ricca programmazione dell’edizione 2026, che si svolgerà dal primo al venticinque ottobre.
L’apertura sarà affidata ad *Alzira*, un’opera di rara esecuzione, capace di rivelare aspetti meno noti della parabola artistica di Giuseppe Verdi, ponendo l’accento sulla sua profonda curiosità intellettuale e la sua audace sperimentazione.
L’ultima rappresentazione del titolo risale al 2002, rendendo l’occasione particolarmente significativa per il pubblico e per la critica.
L’edizione 2026 si articola attorno al concetto cardine di “Mondi Lontani”, un’esplorazione tematica che trascende i confini geografici e temporali, illuminando le influenze culturali e le suggestioni esotiche che hanno plasmato l’immaginario verdiano.
Oltre ad *Alzira*, immersa nel contesto storico e culturale del Perù, la programmazione include i titoli iconici di *Aida* e *Nabucco*, opere che, pur nella loro universalità, riflettono anch’esse l’interesse del compositore per l’Oriente e per le narrazioni epiche che vi si dipanano.
Un elemento imprescindibile del Festival è il “Gala Verdiano”, che nell’edizione 2026 sarà interamente dedicato all’ “esotico europeo” presente nell’opera di Verdi.
Attraverso musiche, coreografie e interpretazioni evocative, il Gala intende tracciare un percorso attraverso le fonti d’ispirazione che hanno nutrito la sua creatività, dall’Oriente medievale alle leggende esotiche romantiche.
Parallelamente alla programmazione operistica, il Festival continua a valorizzare l’aspetto didattico e di ricerca con l’appuntamento “Ramificazioni”.
Questa sezione, ormai consolidata, si propone di investigare le complesse relazioni tra Verdi e i suoi contemporanei, e le eredità che il suo lavoro ha lasciato in seguito.
L’obiettivo è quello di formal Fido allo stesso token: