lunedì 8 Settembre 2025
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Voci per la Palestina: Arte e Solidarietà a Bologna

L’eco delle voci provenienti da Gaza risuona ora attraverso l’arte, in un appello collettivo che trascende le barriere linguistiche e geografiche.
La manifestazione “Voci per la Palestina”, nata dall’incontro tra il movimento omonimo, Artist for Palestine e Bfs, si configura non come un semplice concerto, ma come un atto di coscienza, un’istanza di solidarietà umana che si traduce in musica, teatro, poesia e danza.

Un evento gratuito a Bologna, il 23 settembre, destinato a stimolare la riflessione e a favorire la condivisione, ben al di là del numero potenziale di spettatori.
Fabrizio Bosso, figura di riferimento nel panorama jazz italiano, ne incarna lo spirito, spiegando con chiarezza la sua adesione.

La sua scelta, condivisa da artisti come Maria Pia De Vito, Carolina Bubbico, Ada Montellanico, Simona Severini, Stefania Tallini, e con il supporto di Paolo Fresu in collegamento video, si discosta da forme di supporto più impersonali, come la lettura di comunicati pre-scritti.

La partecipazione diretta, la possibilità di esprimere la propria arte in un luogo fisico, in un dialogo vivo con gli altri, rappresenta per lui una forma più autentica di impegno.

Bosso, impegnato in un tour con il Trio Spiritual a sostegno del loro nuovo album “Welcome back” e reduce da un’esperienza al Festival Elba Isola Musicale d’Europa, sottolinea la natura volontaria dell’iniziativa.
L’assenza di cachet e la scelta di sostenere personalmente le spese di trasferta sono un ulteriore sigillo sulla sincerità del gesto, un rifiuto di mercificazione dell’arte in un momento di profonda sofferenza umana.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di dibattito, alimentato dalle recenti polemiche riguardanti la possibile presenza di attori come Gal Gadot e Gerard Butler alla Mostra del Cinema di Venezia.

Bosso si schiera a favore della libertà di espressione artistica, opponendosi a forme di esclusione che, a suo dire, ricordano le restrizioni imposte agli atleti russi.

Questa posizione riflette una profonda convinzione: l’arte, in ogni sua forma, ha il dovere di essere un ponte, un veicolo di comprensione reciproca e di supporto verso chi soffre, un potente strumento per smuovere coscienze e costruire un futuro più giusto.

Il concerto non è solo un momento di intrattenimento, ma un atto politico, un’affermazione di valori umani universali.

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