Il Silenzio del Delta: Willy Branchi, un’Indagine tra Ombra e MemoriaLa nebbia fitta che avvolge il delta del Po, a Gorino, non è solo una condizione atmosferica.
È un velo, un manto che ha storicamente celato segreti e taciuto voci.
In questo scenario, il 30 settembre 1988, il ritrovamento del corpo di Vilfrido Luciano Branchi, conosciuto a tutti come Willy, divenne un macigno per l’intera comunità, un’eco di dolore mai del tutto spenta.
Un giovane di diciotto anni, segnato da una disabilità intellettiva che lo rendeva particolarmente vulnerabile, venne trovato nudo e profondamente ferito sull’argine del fiume, vittima di una violenza incomprensibile.
Il caso Branchi, più che un semplice delitto, è un prisma che rifrange le dinamiche di una società ferita, un microcosmo di omertà, paure ancestrali e una profonda disfunzione morale.
La fragilità di Willy, il suo essere “diverso” in un contesto sociale spesso intollerante e incapace di accogliere le diversità, lo rese un bersaglio facile, una preda per un ambiente corrotto e silenzioso.
La giustizia, a distanza di decenni, fatica ancora a fare luce su questa vicenda.
Ora, a trentacinque anni dalla tragica scomparsa, Nicola Bianchi, giornalista del Resto del Carlino che ha dedicato anni di indagine a questo caso, riapre il vaso di Pandora con “Il caso Branchi.
L’ultima verità”.
Il libro, pubblicato dalla collana “Ade” di Edizioni Minerva, si propone non solo come una cronaca dettagliata, ma come una vera e propria indagine storica e antropologica, una ricerca civica volta a svelare le zone d’ombra e le responsabilità collettive.
Dopo il successo di “Storia di Willy” (2015), che contribuì a sollecitare la riapertura delle indagini, e del podcast che ha riportato la vicenda sotto i riflettori, Bianchi ha arricchito questo nuovo lavoro con materiali inediti: nuovi documenti giudiziari, intercettazioni telefoniche e, soprattutto, testimonianze mai divulgate prima.
Queste rivelazioni aggiungono ulteriori tasselli al mosaico, delineando un quadro complesso e inquietante.
Al centro di questa indagine c’è la figura di Bice Forcucci, la madre di Willy, scomparsa nel 2023, portando con sé il peso insopportabile del dolore e la frustrazione di non aver mai ottenuto giustizia.
Le sue parole, pronunciate con la disperazione di chi non riesce ad accettare l’ingiustizia, risuonano come un appello urgente: “Parlate, non potete più andare avanti portandovi dietro un macigno del genere”.
Un monito che interpella l’intera comunità, invitandola a spezzare il muro del silenzio e ad assumersi le proprie responsabilità.
“Il caso Branchi.
L’ultima verità” non è solo un libro sull’omicidio di un ragazzo, ma è un’indagine sulla complessità dei rapporti umani, sulla difficoltà di affrontare il dolore e sulla necessità di non dimenticare mai le vittime, soprattutto quando sono le più fragili e vulnerabili.
È un invito a guardare in faccia l’ombra che incombe sul delta del Po, per cercare, finalmente, un barlume di luce e un futuro di giustizia.
È la promessa di onorare la memoria di Willy, restituendogli, finalmente, la dignità negata.