Prospettive abitative in Emilia-Romagna: un decennio di trasformazioni e sfide emergentiUn’analisi approfondita condotta dal CRESM (Centro Ricerche Economiche Sociologiche e Mercato dell’Edilizia) in collaborazione con l’ANCE Emilia-Romagna, delinea un quadro complesso e dinamico per il futuro del settore abitativo nei capoluoghi regionali. La ricerca “Residenza e occupazione in Emilia-Romagna: costruire risposte per generare futuro” proietta una crescita demografica significativa nei prossimi dieci anni (2023-2033), stimando un incremento di 46.000-67.000 famiglie, con una media di 55.000 nuove unità familiari. Questo fenomeno si traduce in una richiesta potenziale di circa 69.000 alloggi nel decennio, un dato che impone una riflessione urgente sulle attuali capacità di risposta del mercato immobiliare.La spinta alla crescita non deriva solamente da un aumento generale della popolazione, ma è profondamente influenzata da una trasformazione strutturale dei nuclei familiari. L’erosione della famiglia tradizionale, con un aumento delle famiglie mononucleari e di dimensioni ridotte, amplifica il fabbisogno di nuove abitazioni. A questo si aggiunge una pressione contingente, esemplificata dall’incremento degli studenti fuori sede, un segmento demografico in forte espansione (30% in dieci anni, con 115.000 unità nel 2023/24). La carenza di infrastrutture residenziali adeguate (solo 4.200 posti letto disponibili) genera una domanda latente di ulteriori 44.000 alloggi, sottolineando un divario critico tra offerta e necessità.Il contesto economico attuale introduce ulteriori complicazioni. L’escalation dei costi di costruzione, alimentata dall’inflazione e dalle crisi delle materie prime, rende insostenibili i modelli tradizionali di edilizia residenziale sociale (ERS). Simulazioni economiche dettagliate dimostrano come interventi tipici, progettati per rispondere al bisogno abitativo delle fasce più vulnerabili, presentino tassi di rendimento negativi o inferiori al costo del debito, rendendo l’investimento economicamente impraticabile. Questa situazione rischia di escludere una parte significativa della popolazione dall’accesso a un alloggio dignitoso.L’insieme di questi fattori – crescita demografica, trasformazione dei modelli familiari, pressione degli studenti fuori sede e aumento dei costi di costruzione – crea un sistema complesso che ostacola la capacità delle imprese di realizzare nuove abitazioni, sia nel mercato libero che nel settore dell’ERS. La risposta a questa sfida impone un ripensamento radicale delle politiche abitative e degli strumenti urbanistici. Come sottolinea il Presidente dell’ANCE Emilia-Romagna, Maurizio Croci, è urgente un aggiornamento delle normative, una maggiore efficacia degli strumenti urbanistici e lo sviluppo di una strategia condivisa tra istituzioni regionali e locali, focalizzata sulla soddisfazione del bisogno abitativo delle famiglie più fragili e dei giovani, garantendo al contempo la sostenibilità economica degli interventi. L’obiettivo è trasformare questa sfida in un’opportunità per generare un futuro abitativo più equo e inclusivo per l’Emilia-Romagna.
Abitare in Emilia-Romagna: tra crescita, sfide e nuove regole.
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