A Torino, presso la sede dell’Unione Industriali, si è conclusa con la firma un complesso iter negoziale che ha visto coinvolte le aziende Stellantis, CNH Industrial, Iveco e Ferrari, interessando oltre 60.000 dipendenti del settore metalmeccanico. L’accordo, frutto di sei mesi di trattativa, sancisce il nuovo contratto specifico di lavoro, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali FIM, UILM, FISIM e UGLM, unitamente all’Associazione Quadri. La significativa assenza della FIOM, che non ha partecipato al tavolo negoziale, lascia aperta una potenziale frammentazione del quadro sindacale, a cui potrebbe seguire un incontro tra i rappresentanti della CGIL metalmeccanici, guidati dal segretario nazionale Samuele Lodi, e le quattro aziende, con l’obiettivo di superare le divergenze.Il nuovo contratto rappresenta un significativo passo avanti nella valorizzazione del lavoro e nel riconoscimento del contributo dei dipendenti, con un aumento complessivo del 6,6% previsto per i prossimi due anni. Questo incremento si aggiunge agli aumenti già concordati nel quadriennio 2023-2026, portando l’incremento totale a una cifra considerevole: il 18,66%. In termini concreti, per i lavoratori si traduce in un aumento medio mensile di 140 euro sulla busta paga per il biennio, con un impatto cumulativo di 350 euro sull’intero quadriennio.Oltre agli incrementi salariali, l’accordo è presumibilmente incentrato su altri aspetti cruciali, quali la flessibilità del lavoro, la formazione professionale, la sicurezza sul posto di lavoro e la promozione della parità di genere. L’importanza di questi elementi, spesso trascurati nelle comunicazioni sintetiche, risiede nella loro capacità di plasmare un ambiente di lavoro più equo, dinamico e sostenibile. In un contesto industriale in rapida evoluzione, caratterizzato dalla transizione verso l’elettrificazione, l’automazione e l’adozione di nuove tecnologie, la capacità di attrarre e trattenere talenti qualificati diventa un fattore determinante per la competitività delle aziende. Un contratto che tenga conto di queste sfide, offrendo opportunità di crescita professionale e un equilibrio tra vita privata e lavoro, rappresenta quindi un investimento strategico per il futuro. La mancata adesione della FIOM, inoltre, solleva interrogativi sull’efficacia del sistema di contrattazione collettiva e sulla possibilità di una frammentazione che potrebbe compromettere la capacità di rappresentare al meglio gli interessi dei lavoratori.
Accordo Metalmeccanici Torino: +18,66% per 60.000 dipendenti
Pubblicato il
