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Artigianato Emilia-Romagna: Resilienza e segnali di ripresa

L’artigianato emiliano-romagnolo, pur segnando una lieve contrazione nel secondo trimestre del 2025, rivela segnali di resilienza e potenziale ripresa, come documenta l’analisi congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna.
Nonostante una diminuzione della produzione manifatturiera dello 0,9%, la frenata si presenta significativamente meno marcata rispetto ai livelli registrati durante l’inverno del 2023, indicando una potenziale stabilizzazione del settore.

Il fatturato complessivo subisce un calo del 2,2%, accompagnato da una riduzione degli ordini dell’1,3%, dati che tuttavia non compromettono l’ottimismo derivante da altri indicatori.
Un elemento cruciale è rappresentato dalla contrazione del numero di imprese artigiane attive, diminuito di 750 unità, pari al 3%, portando il totale a 24.126.

Questa riduzione, sebbene preoccupante, si manifesta in modo disomogeneo tra i diversi comparti.

Il settore della moda, particolarmente sensibile alle dinamiche del mercato globale e alle mutevoli preferenze dei consumatori, ha subito l’impatto maggiore, con una perdita di 222 imprese (-5,6%).

Seguono, in ordine di contrazione, la metallurgia e le lavorazioni metalliche (-146 unità), la macro-categoria “altra manifattura” (-116) e l’industria alimentare (-84), riflettendo potenzialmente le pressioni sui costi delle materie prime e le sfide logistiche.

Tuttavia, un dato incoraggiante è l’aumento delle imprese che hanno registrato una crescita della produzione, salite al 29,2%, il valore più elevato degli ultimi trenta mesi.
Questo segnale positivo suggerisce una capacità di adattamento e un’abilità nel rispondere alle richieste del mercato, nonostante le difficoltà generali.

Il portafoglio ordini, pari a poco più di due mesi di produzione, mostra una crescita rispetto al 2024, testimoniando una fiducia, seppur moderata, da parte dei clienti.

L’utilizzo degli impianti si mantiene stabile al 68%, indicando un livello di operatività solido, pur con margini di miglioramento.

L’evoluzione delle forme giuridizzionali offre spunti di riflessione importanti.

Si assiste a un aumento delle società di capitale (+11 unità), segno di una tendenza all’evoluzione verso strutture più complesse e professionalizzate.
Al contrario, si registra un calo significativo sia delle società di persone (-326) che delle ditte individuali (-433), quest’ultime rappresentando ancora la forma giuridica prevalente per sei imprese artigiane su dieci.
Questo dato sottolinea la necessità di politiche di supporto alla transizione verso forme giuridizzionali più strutturate, che possano favorire l’accesso al credito, l’innovazione e la crescita.
Il settore delle costruzioni presenta uno scenario ancora più complesso, con un arretramento del volume d’affari pari al 4,6% e una percentuale di imprese in crescita contenuta al 12,6%.

Il numero complessivo di imprese attive nel settore si riduce a 48.458 (-1.091 unità), con una contrazione particolarmente marcata nei lavori specializzati (-904 aziende) e nella costruzione di edifici (-167).
Anche in questo caso, si registra un incremento delle società di capitale (+278 unità, +5,5%), che raggiungono l’11% del totale, mentre diminuiscono ditte individuali (-1.182) e società di persone (-178), evidenziando una tendenza alla concentrazione e alla professionalizzazione anche in questo comparto.

La sfida principale per il futuro è quella di favorire l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, per rilanciare la competitività del settore e creare nuove opportunità di lavoro.

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