L’annuncio dell’amministrazione statunitense, che introduce dazi doganali del 30% sui prodotti europei, rappresenta una sfida di portata strategica per l’Emilia-Romagna e per l’intero sistema economico italiano.
Lungi dall’essere un mero atto commerciale, questa misura rischia di innescare una spirale di conseguenze che investono settori chiave e mettono a repentaglio un modello di sviluppo basato sull’eccellenza manifatturiera e sull’apertura ai mercati internazionali.
L’Emilia-Romagna, locomotiva dell’economia nazionale, si trova in prima linea: il mercato statunitense, con un volume di esportazioni di oltre 10,5 miliardi di euro, costituisce un partner commerciale cruciale, e il settore agroalimentare, pilastro della nostra identità e del nostro know-how, contribuisce con circa un miliardo di euro a questo importante flusso commerciale.
Questi dati, aggravati da una crescita esponenziale delle esportazioni nel primo trimestre del 2025, evidenziano una dipendenza che rende la regione particolarmente vulnerabile.
La reazione non può essere meramente defensionistica.
È imperativo che l’Unione Europea e il Governo italiano adottino una strategia unitaria, pragmatica e lungimirante, che superi le dichiarazioni di intenti e traduzioni in azioni concrete.
L’illusione di “relazioni speciali” con gli Stati Uniti, evocata in precedenza, si è rivelata un’arma a doppio taglio, alimentando aspettative che ora si scontrano con una realtà ben più complessa.
La coesione europea, in questo contesto, assume un’importanza cruciale: affrontare la questione in modo frammentato, con iniziative individuali, equivarrebbe a un errore strategico di proporzioni significative.
Oltre alla dimensione diplomatica e commerciale, è essenziale un piano di sostegno immediato e strutturale per le imprese e le filiere più esposte.
Questo piano deve mirare a rafforzare la competitività, promuovere l’innovazione, diversificare i mercati di sbocco e sostenere la ricerca di nuove opportunità.
In particolare, è necessario incentivare l’adozione di tecnologie avanzate, la formazione del personale, la transizione verso modelli di produzione sostenibili e la promozione del “Made in Italy” come sinonimo di qualità, sicurezza e valore aggiunto.
La sfida posta dai dazi statunitensi non è solo economica, ma anche geopolitica.
Essa impone una riflessione profonda sul ruolo dell’Italia e dell’Europa nel contesto internazionale, sulla necessità di rafforzare la sovranità economica, di promuovere il multilateralismo e di difendere i principi del libero scambio, garantendo al contempo la tutela degli interessi nazionali.
La resilienza del nostro sistema produttivo e la capacità di adattamento alle nuove sfide dipenderanno dalla nostra capacità di trasformare questa crisi in un’opportunità di crescita, di innovazione e di sviluppo sostenibile.
L’Emilia-Romagna, con la sua storia di eccellenza e di apertura, è chiamata a svolgere un ruolo di leadership in questo percorso, contribuendo a costruire un futuro più prospero e sicuro per l’Italia e per l’Europa.