L’Emilia-Romagna, motore trainante dell’economia italiana, si trova ad affrontare un momento di potenziale vulnerabilità nelle sue relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
Circa sei mila aziende regionali, un tessuto produttivo denso e variegato, guardano con apprensione alle possibili ripercussioni derivanti da nuove politiche tariffarie americane, un fattore di rischio che incombe sulla prosperità di settori cruciali.
Nel corso del 2024, l’export emiliano-romagnolo verso gli Stati Uniti ha raggiunto la cifra significativa di quasi 10,5 miliardi di euro, un dato che sottolinea l’importanza strategica del mercato americano per la regione.
Questa somma rappresenta una quota considerevole, il 16,2%, dell’intero volume delle esportazioni italiane dirette verso gli Stati Uniti (un totale di 64,8 miliardi di euro).
Pur rimanendo indietro rispetto alla Lombardia, che detiene una quota del 21,2%, l’Emilia-Romagna si conferma la seconda regione italiana per valore assoluto di esportazioni verso gli Stati Uniti, superando Toscana (15,8%) e Veneto (11,2%), e prime per valore pro capite, un indicatore di eccellenza che riflette la specializzazione e la competitività delle imprese regionali.
L’importanza del mercato americano si estende al 12,5% dell’export complessivo dell’Emilia-Romagna, che nel suo insieme ammonta a 83,6 miliardi di euro, dimostrando una forte interdipendenza economica.
Il panorama dell’export regionale è dominato da settori chiave, ognuno con le proprie peculiarità e criticità.
Il comparto dei mezzi di trasporto e dell’automotive si distingue come il principale esportatore, con quasi 3,3 miliardi di euro movimentati, che rappresentano circa il 31% dell’intero export regionale verso gli Stati Uniti.
Questo settore, caratterizzato da una forte integrazione globale e da una complessa catena di fornitura, è particolarmente sensibile alle fluttuazioni del mercato e alle tensioni commerciali.
A seguire, con una quota simile, troviamo i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), pilastri dell’industria manifatturiera regionale, specializzati in soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate.
L’industria alimentare e delle bevande, con 986 milioni di euro esportati, contribuisce in modo significativo alla reputazione “Made in Italy” nel mondo, portando con sé un patrimonio di tradizione e qualità.
Infine, il settore farmaceutico, con un valore di circa 650 milioni di euro, testimonia l’eccellenza della ricerca e dell’innovazione scientifica emiliano-romagnola.
Le potenziali tariffe imposte dagli Stati Uniti minacciano la stabilità di queste filiere complesse e consolidate, mettendo a rischio posti di lavoro, investimenti e la competitività delle imprese regionali.
La situazione esige un’attenta analisi delle conseguenze economiche, nonché un impegno proattivo da parte delle istituzioni regionali e nazionali per mitigare i rischi e promuovere la diversificazione dei mercati, salvaguardando al contempo il ruolo di leadership dell’Emilia-Romagna nel panorama economico internazionale.