L’Emilia-Romagna, nel primo trimestre del 2025, presenta un quadro complesso per il tessuto imprenditoriale, segnato da un saldo negativo ma con segnali di resilienza e dinamiche interne significative. Dalle analisi di Unioncamere emerge che, a fronte di 8.324 nuove imprese costituite, si sono verificate 8.965 cessazioni, portando il saldo netto a -641 unità. Questo si traduce in una base complessiva di 432.247 imprese attive nella regione, un dato che, pur in negativo, evidenzia la persistenza di una solida realtà imprenditoriale.Un elemento di ottimismo risiede nella diminuzione delle cessazioni rispetto agli anni precedenti. Il dato di 8.965 chiusure rappresenta un miglioramento rispetto alle 9.788 del primo trimestre del 2024 e a quelle superiori a 10.000 registrate nei primi tre mesi del 2020, indicando una progressiva stabilizzazione e un potenziale arresto della tendenza negativa che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Questa diminuzione delle cessazioni può essere interpretata come il risultato di una maggiore capacità di adattamento delle imprese alle sfide del contesto economico, o come l’effetto di misure di sostegno specifiche introdotte a livello regionale.L’analisi settoriale rivela una polarizzazione di tendenze. I comparti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, e dell’industria, lamentano perdite di unità imprenditoriali (-617 e -175 rispettivamente), contribuendo in maniera preponderante al saldo negativo complessivo. Tuttavia, è significativo che, nonostante queste perdite, si tratti dei risultati più favorevoli degli ultimi dieci anni per questi settori nello stesso periodo, suggerendo una ripresa, seppur lenta, dopo anni di difficoltà. Le costruzioni, pur segnando un leggero calo (-41 unità), confermano una situazione di relativa stabilità. I servizi, invece, mostrano una sostanziale tenuta, con una diminuzione contenuta (-96 unità).Un’osservazione cruciale riguarda l’evoluzione delle forme giuridiche. Le società di capitale continuano a crescere (+787 unità, +0,6%), seppur con un rallentamento rispetto al ritmo più sostenuto registrato nell’inverno del 2024. Questo fenomeno indica una preferenza, da parte degli aspiranti imprenditori, per strutture aziendali più complesse, potenzialmente legate a esigenze di finanziamento, di espansione o di gestione del rischio. Al contrario, si assiste a una diminuzione delle società di persone e delle ditte individuali, evidenziando una possibile transizione verso forme societarie più strutturate e con maggiore accesso a risorse esterne.In sintesi, il panorama imprenditoriale emiliano-romagnolo nel primo trimestre del 2025 si presenta caratterizzato da un equilibrio fragile. Il saldo negativo è mitigato dalla diminuzione delle cessazioni e dalla resilienza di alcuni settori, mentre l’evoluzione delle forme giuridiche suggerisce un cambiamento nel modo di concepire l’impresa, orientato verso modelli più complessi e con maggiore potenziale di crescita. L’analisi approfondita delle cause sottostanti a queste dinamiche, e l’implementazione di politiche di sostegno mirate, rappresentano elementi chiave per favorire la ripresa e la crescita sostenibile del tessuto imprenditoriale regionale.
Emilia-Romagna, imprese: saldo negativo ma segnali di ripresa nel 2025
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