lunedì, 7 Luglio 2025
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Gli italiani scelgono cibi salutistici: +8% di richieste senza glutine

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Gli italiani sono sempre più consapevoli della loro salute e stanno prendendo misure proattive per proteggersi, iniziando dall’alimentazione. Nel quadro della Giornata Mondiale della Celiachia, celebrata il 16 maggio, Coop Alleanza 3.0 ha fornito dati interessanti sulla domanda di prodotti alimentari salutistici. Le cifre raccontano una storia di aumento costante: nel 2024 sono state vendute oltre 8,1 milioni di confezioni di cibi senza glutine, lattosio o uova, un incremento del 8% rispetto al 2023, equivalente a circa 600 mila pezzi in più.Secondo il Rapporto Italia 2024 di Eurispes, i prodotti salutistici più richiesti dagli italiani sono quelli senza lattosio (30,9%), seguiti dai prodotti privi di zucchero (25%), glutine (21%), lievito (18,3%) e uova (13,8%). Questo indica che anche chi non ha intolleranze sta scegliendo opzioni salutistiche per migliorare la propria alimentazione.Tuttavia, la celiachia rappresenta un problema significativo. Nel 2023, sono stati diagnosticati circa 265 mila casi di intolleranza al glutine, ma l’Istituto Superiore di Sanità e l’Associazione Italiana Celiachia stimano che il vero numero possa essere più alto, attestandosi a 400 mila italiani non ancora identificati.La domanda di prodotti salutistici è particolarmente alta per i cibi della colazione. Nel 2024, gli italiani hanno scelto con preferenza le opzioni ricche di fibre, vitamine e minerali, come l’avena (94 mila confezioni) e biscotti senza glutine o lievito (88 mila), seguiti dalle patate dolci (58 mila). Anche per i prodotti “free from” il trend è evidente: si sono venduti oltre 57 mila pezzi di biscotti senza lattosio o lievito, 30 mila plumcake di riso senza lattosio e 24 mila trancetti senza lattosio.Inoltre, nonostante la maggiore attenzione agli alimenti salutistici, c’è ancora molto da fare per sensibilizzare gli italiani alle intolleranze e alle opzioni più sane. La cooperativa ha notato un aumento della domanda di prodotti nichel free, come i pomodori (326 mila pezzi venduti), dimostrando che anche nel reparto ortofrutta c’è una maggiore consapevolezza.

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