Il declino di Manz Italy, realtà bolognese specializzata nella produzione di batterie al litio e condensatori, si profila come un caso emblematico delle fragilità intrinseche alla dipendenza da un contesto industriale globale e dalle dinamiche complesse delle multinazionali.
La società, con sede a Sasso Marconi, sembra destinata alla cessazione delle attività a seguito del default del gruppo tedesco capofonda, previsto per la fine del 2024, innescando una crisi occupazionale che coinvolge un’area industriale strategica.
Il tavolo di salvaguardia istituito presso la Città Metropolitana di Bologna ha rivelato una narrazione carica di speranze disattese.
Un percorso di acquisizione, considerato promettente e in fase avanzata, è stato bruscamente interrotto da una decisione inattesa della società acquirente, una decisione che ha vanificato mesi di trattative e lascia i dipendenti in una situazione di profonda incertezza.
La manovra, consumatasi a pochi giorni dalla chiusura dell’operazione, solleva interrogativi sulla trasparenza dei processi decisionali all’interno del gruppo tedesco e sull’impatto di strategie aziendali globali sulle realtà produttive locali.
La reazione dei sindacati, immediatamente attivata, testimonia l’urgenza di tutelare i diritti dei lavoratori.
La richiesta di supporto alle istituzioni locali, alle parti sociali e alla ricerca di alternative occupazionali attraverso contatti con altre realtà industriali del territorio, riflette una profonda preoccupazione per il futuro di una forza lavoro che, da un nucleo di 112 unità, si è progressivamente ridotta a soli 25 dipendenti, a seguito dell’introduzione della Cassa Integrazione a zero ore già avviata a giugno.
Le dichiarazioni del delegato al Lavoro della Città Metropolitana, Stefano Mazzetti, e dell’assessore regionale Giovanni Paglia, esprimono sgomento e disappunto per un epilogo inatteso, sottolineando l’incongruenza tra le iniziali promesse e la cruda realtà attuale.
La disapprovazione è rivolta non solo alla società acquirente, ma anche a chi, pur avendo assunto l’impegno di un’offerta, ha contribuito a rendere vano l’intero processo.
Le istituzioni locali si dimostrano determinate ad agire prontamente, valutando ogni possibile via d’uscita, dalla mobilitazione delle politiche attive del lavoro regionali a percorsi di formazione mirati, fino all’attivazione di strutture dedicate al supporto della ricollocazione dei lavoratori.
Un dialogo costante con le parti sociali e con gli altri attori coinvolti nel processo di salvaguardia rappresenta la chiave per affrontare una situazione complessa e trovare soluzioni concrete a sostegno delle famiglie e del tessuto economico locale.
Il caso Manz Italy rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’industria italiana e per la capacità di proteggere i lavoratori in un contesto economico globalizzato e in continua evoluzione.






