La stagione dei saldi estivi, che si apre il 5 luglio, si preannuncia un crocevia delicato per il commercio al dettaglio emiliano-romagnolo. Le previsioni di Confesercenti regionale indicano una spesa media pro-capite di circa 130 euro per abbigliamento e calzature, un importo che, pur rappresentando un’iniezione di liquidità per le imprese dopo un periodo di performance commerciali non esaltanti, va letto alla luce di un contesto di mercato profondamente mutato e di una crescente erosione delle tradizionali dinamiche distributive.Lungi dall’essere un semplice “affare” per i consumatori, i saldi estivi si configurano oggi come un momento cruciale per il bilancio annuale di molte attività commerciali. L’associazione di categoria sottolinea come questi eventi rappresentino un’opportunità per smaltire rimanenze di magazzino e generare cassa, essenziale per affrontare i mesi successivi e investire in nuove collezioni o miglioramenti strutturali. Tuttavia, l’efficacia di questa “terapia di shock” è sempre più compromessa da fattori esterni che ne alterano la naturale evoluzione.Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia-Romagna, ha espresso preoccupazione per la dilagante pratica delle promozioni pre-saldi, offerte aggressive online e campagne sconti sui social media che, spesso, anticipano l’inizio ufficiale della stagione promozionale. Questa tendenza, non solo riduce l’impatto dei saldi veri e propri, ma, soprattutto, crea una distorsione del mercato, spingendo le imprese a competere in una spirale al ribasso e spesso eludendo le normative vigenti. La concorrenza, che dovrebbe essere leale e trasparente, si trasforma così in una corsa sfrenata alla riduzione dei prezzi, a discapito della qualità del servizio e della sostenibilità economica delle attività commerciali.Il cambiamento nel comportamento dei consumatori, sempre più informati e abituati a confrontare prezzi e offerte online, aggrava ulteriormente la situazione. La trasparenza e la tempestività delle informazioni, offerte dalla rete, rendono più difficile per i negozi fisici competere solo con la riduzione dei prezzi. Il valore aggiunto offerto dalla prossimità, dalla consulenza personalizzata e dall’esperienza d’acquisto in negozio, rischia di essere eroso dalla convenienza percepita degli acquisti online.Confesercenti sottolinea quindi la necessità di una profonda riflessione sul sistema distributivo e sulla regolamentazione dei saldi, al fine di garantire una competizione più equa e sostenibile. È indispensabile che le normative siano applicate rigorosamente e che si incentivino pratiche commerciali corrette, che valorizzino la qualità del servizio e la tutela dei consumatori. Il futuro del commercio al dettaglio, in Emilia-Romagna come nel resto del Paese, dipende dalla capacità di adattarsi a un mercato in continua evoluzione, promuovendo un modello di business innovativo e responsabile, che metta al centro il valore del rapporto umano e la sostenibilità economica delle imprese. Non si tratta solo di offrire prezzi competitivi, ma di creare un’esperienza d’acquisto che vada oltre la semplice transazione commerciale.
Saldi estivi: un crocevia delicato per il commercio emiliano-romagnolo
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