cityfood
cityeventi
mercoledì 5 Novembre 2025

Sanità sostenibile: riutilizzare il tessile chirurgico riduce l’impatto.

La transizione verso un sistema sanitario più sostenibile si configura come una sfida complessa, ma imperativa, soprattutto considerando il peso ambientale delle sale operatorie.

Queste, infatti, contribuiscono in maniera significativa, fino al 30% del totale, alla produzione di rifiuti ospedalieri, una quota che richiede un ripensamento radicale delle pratiche consolidate.

Il primo rapporto LCA-LCC (Life Cycle Assessment – Life Cycle Costing) sui dispositivi tessili utilizzati in ambito chirurgico, elaborato da Ambiente Italia e presentato durante Ecomondo, evidenzia come l’adozione di modelli di riutilizzo in ambito tessile possa rappresentare una strategia chiave per mitigare questo impatto.
L’analisi LCA-LCC, un approccio metodologico che valuta l’impronta ambientale e i costi di un prodotto lungo l’intero ciclo di vita, rivela risultati concreti e quantificabili.
L’utilizzo di camici chirurgici rinforzati, progettati per essere riutilizzati, determina una riduzione dell’impronta climatica pari al 34%, mentre per i teli operatori, il beneficio si traduce in una diminuzione del 32% rispetto all’impiego di materiali monouso.
Questi dati non sono solo statistiche; sono indicatori di un potenziale di miglioramento sostanziale, specialmente se si considera che i dispositivi tessili rappresentano una componente preponderante dei rifiuti ospedalieri.
Il modello sanitario attuale, basato prevalentemente sull’utilizzo di materiali monouso, si rivela insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.
La sua persistenza è incompatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione e di economia circolare che la società si pone.

Come sottolineato da Matteo Nevi, Direttore Generale di Assosistema Confindustria, è essenziale abbandonare questo paradigma obsoleto e abbracciare un approccio che integri attivamente la gestione e la riduzione dei rifiuti.
L’economia circolare, in questo contesto, non è solo una filosofia ma un imperativo operativo.

Il riutilizzo dei dispositivi tessili chirurgici, supportato da processi di lavaggio e sterilizzazione avanzati, non solo riduce l’impatto ambientale, ma può anche generare benefici economici per le strutture sanitarie, ottimizzando l’uso delle risorse.

Questa transizione, tuttavia, richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti: produttori di dispositivi medici, strutture sanitarie, professionisti sanitari e istituzioni governative.

È necessario promuovere la ricerca e lo sviluppo di materiali innovativi, duraturi e facilmente riciclabili, incentivare l’adozione di sistemi di gestione dei rifiuti efficienti e sensibilizzare il personale sanitario sull’importanza della sostenibilità ambientale.

Inoltre, l’analisi del ciclo di vita dovrebbe essere integrata nelle decisioni di acquisto dei dispositivi medici, per favorire la scelta di soluzioni a basso impatto ambientale.

Il futuro della sanità passa necessariamente attraverso una profonda revisione delle pratiche attuali, orientata verso un modello più responsabile e resiliente.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap