La vertenza che infiamma Piacenza solleva un campanello d’allarme per il tessuto industriale emiliano e per la fragilità del modello logistico contemporaneo. Lo sciopero, indetto dalle sigle sindacali Filt-Cgil in rappresentanza di centinaia di lavoratori, diretti e dell’indotto, testimonia una crescente incertezza legata al futuro del sito logistico di via Strinati, cruciale per la distribuzione europea di Legami Milano, leader nel settore dell’oggettistica con una rete di oltre duecento punti vendita tra Italia, Francia e Spagna.La preoccupazione non si limita alla mera perdita di 300 posti di lavoro, un dato significativo che impatterebbe direttamente sulla stabilità economica di altrettante famiglie. La questione, infatti, è ben più complessa e tocca temi di interesse nazionale come la deindustrializzazione territoriale, la delocalizzazione produttiva e la perdita di competenze specializzate. Il trasferimento di alcune lavorazioni da Piacenza ad altri siti logistici, se confermato, non rappresenterebbe solo una riduzione dell’occupazione, ma anche una erosione del know-how sviluppato negli anni, un patrimonio immateriale difficilmente replicabile altrove.La Filt-Cgil, con la sua nota, sottolinea con forza il ruolo imprescindibile del lavoro locale nel successo di Legami Milano. Il contributo quotidiano di 300 persone ha alimentato la crescita dell’azienda, garantendo la capillarità della distribuzione in tutta Europa. Si tratta di un binomio inscindibile: il successo di Legami Milano è stato costruito sulle spalle del lavoro piasentino, un lavoro che non può essere sminuito o facilmente sostituibile.La vertenza, dunque, non è solo una battaglia sindacale per la salvaguardia dei posti di lavoro, ma una richiesta di riflessione sull’importanza di investire nel territorio, di preservare il capitale umano e di promuovere una crescita sostenibile, che tenga conto non solo dei profitti aziendali, ma anche del benessere delle comunità locali. Lo sciopero, pertanto, si configura come un segnale di allarme, un appello a Legami Milano affinché riveda il suo piano industriale, adottando una visione più lungimirante e responsabile, che metta al centro il valore del lavoro e il legame con il territorio che l’ha resa grande. Il futuro del sito di Piacenza, e con esso quello di centinaia di famiglie, è in bilico e richiede un intervento immediato e costruttivo.
Vertenza Piacenza: Allarme per l’industria e il futuro dei lavoratori.
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