sabato 13 Settembre 2025
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Yoox, vertenza al culmine: licenziamenti a rischio, sciopero nazionale.

La vertenza Yoox si intensifica, con i lavoratori determinati a contrastare il piano aziendale che prevede il licenziamento di 211 dipendenti.
La decisione, duramente contestata, ha scatenato una mobilitazione sindacale che si prefigge di tutelare l’occupazione e di ricercare soluzioni alternative alla drastica riduzione del personale.

Le assemblee sindacali, che si sono protratte per tutta la mattinata e proseguiranno lunedì nella sede di Zola Predosa, hanno visto l’unanimità dei lavoratori esprimersi a favore della proclamazione delle restanti otto ore di sciopero, in aggiunta alla prima mobilitazione già effettuata.

Questa azione rientra in uno sciopero nazionale previsto per il 15 settembre, una dimostrazione tangibile della gravità percepita della situazione.

Filcams-Cgil, Fisacat-Cisl e Uiltucs-Uil, le organizzazioni sindacali protagoniste della vertenza, hanno delineato un piano di azioni che prevede giornate di sciopero a rotazione, coinvolgendo l’intero personale della sede.
L’obiettivo è garantire che ogni lavoratore, sia coloro direttamente interessati dai licenziamenti sia coloro che mantengono il posto, possa partecipare attivamente alla protesta.

Entro la fine del mese, tutte le figure professionali avranno aderito ad una seconda giornata di sciopero.
Parallelamente allo sciopero, è stato istituito un presidio statico permanente presso la sede aziendale, attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì.

Questa iniziativa mira a creare una presenza costante e visibile, in grado di supportare la vertenza durante le ore lavorative e di esercitare pressione sull’azienda.

L’ampio sostegno manifestato dai lavoratori ha rafforzato la determinazione sindacale, che si impegna a rimanere al fianco dei dipendenti sia nei tavoli di confronto istituzionali sia fisicamente presso la sede.
Pur riconoscendo una prima apertura da parte dell’azienda, espressa durante l’incontro del 10 settembre, le organizzazioni sindacali ritengono che questa iniziativa sia insufficiente a placare la protesta.

La decisione di licenziare 211 persone, senza esplorare alternative per la gestione della crisi, è considerata inaccettabile e penalizzante per i lavoratori.

La sospensione della protesta è subordinata a una revisione radicale della posizione aziendale.

I sindacati, forti della rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil, ribadiscono che la crisi economica non può tradursi in un onere per i lavoratori, ma richiede una gestione responsabile che preservi il loro futuro professionale.

La parola d’ordine rimane chiara: tutelare l’occupazione e garantire un percorso sostenibile per l’azienda, evitando sacrifici inaccettabili per chi ne fa parte.

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