La prossima tornata elettorale a Bologna si preannuncia cruciale, e il sindaco uscente, Matteo Lepore, sembra puntare con decisione sulla tangibile eredità di un’ambiziosa riqualificazione urbana, incarnata dal nuovo tram.
In una recente intervista alla redazione di InCronac@, una prestigiosa iniziativa del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna, Lepore ha espresso una fiducia incondizionata nell’impatto positivo che i lavori in corso potranno avere sul risultato elettorale.
Questa fiducia non è frutto di un’affermazione casuale, ma riflette un desiderio profondo e condiviso dai cittadini bolognesi: quello di vedere realizzata, finalmente, una visione strategica per il futuro della città.
Per troppo tempo, Bologna ha visto promesse di sviluppo infrastrutturale arenarsi in annunci non mantenuti, lasciando un senso di frustrazione e attesa.
Lepore, con la sua amministrazione, sembra voler spezzare questo circolo vizioso, offrendo concretezza e risultati misurabili.
Il progetto del nuovo tram, lungi dall’essere un semplice intervento di trasporto pubblico, rappresenta un vero e proprio investimento nel tessuto urbano e nella qualità della vita dei cittadini.
La sua realizzazione, scandita da precise tempistiche, testimonia un approccio pragmatico e attento alla pianificazione a lungo termine.
L’impegno a concludere i cantieri del centro storico entro gennaio 2026, un obiettivo ambizioso che dimostra la volontà di accelerare i tempi, unito alla finalizzazione, per fine estate, dei lavori finanziati con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), esclude la possibilità di ulteriori ritardi e disillusioni.
L’unica eccezione, legata alla realizzazione dell’ultima sezione al Pilastro, è condizionata da un’attesa cruciale: l’accordo tra Autostrade e il governo per la questione del ponte di San Donato, un nodo infrastrutturale che ne determina la fattibilità.
L’entrata a pieno regime del nuovo sistema di trasporto, prevista per il 2027, non sarà solo un miglioramento in termini di mobilità urbana, ma un simbolo tangibile della capacità dell’amministrazione di trasformare le promesse in realtà.
Questo progetto, più ampiamente, si inserisce in un piano più ampio di riqualificazione urbana che mira a rendere Bologna una città più vivibile, connessa e sostenibile, pronta ad affrontare le sfide del futuro.
La posta in gioco è alta: non solo la riconferma del sindaco, ma la capacità di costruire una narrazione politica basata sull’azione concreta e sui risultati ottenuti, un modello di governance che guarda al futuro con responsabilità e determinazione.
La sfida per Lepore è chiara: trasformare il cantiere del tram in un catalizzatore di fiducia e speranza per i cittadini bolognesi.







