sabato 2 Agosto 2025
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Bologna

Bologna: la P2 dietro la strage, verità ancora nascoste.

La strage di Bologna, un atto di violenza che ha segnato profondamente la storia d’Italia, emerge oggi, a distanza di decenni, con una luce più chiara, seppur ancora offuscata da ombre e silenzi complici.
Non si tratta più di speculazioni o ipotesi, ma di una ricostruzione basata su prove concrete, che puntano inesorabilmente verso responsabilità di un’entità occulta e potente: la loggia massonica P2.

L’idea di questa barbarie, come rivelano indagini e documenti, nacque ben prima del 2 agosto 1980, precisamente nel febbraio 1979.
Fu un progetto deliberato e finanziato ai massimi livelli della P2, una struttura che fungeva da collante tra figure apicali dello Stato, dell’esercito, dei servizi segreti e del mondo economico.
La loggia, operante in un contesto di tensioni sociali e politiche complesse, si ergeva al di sopra delle leggi, proteggendo i propri membri e i propri interessi con metodi spesso spietati.
L’esecuzione della strage fu affidata a nuclei terroristici di ispirazione neofascista, esecutori materiali di un piano ordito in ambienti segreti e protetti.

La connessione tra questi gruppi terroristici e i vertici della P2, coperti e tutelati da funzionari dei servizi segreti italiani – anch’essi iscritti alla loggia – rappresenta un elemento cruciale per comprendere la portata e la complessità di questa vicenda.

La ricerca della verità, tuttavia, si è rivelata un percorso arduo e irto di ostacoli.
Per anni, le inchieste sono state deliberatamente rallentate, depistate e sabotate.

Informazioni cruciali sono state ostruite, testimoni intimiditi e indagini deviate.
Questo deliberato muro di silenzio e complicità ha ritardato l’accertamento dei fatti di anni, frustrando la sete di giustizia delle vittime e dei loro familiari.

La persistente difficoltà nel giungere a una piena e trasparente ricostruzione degli eventi è un sintomo di un sistema di potere radicato e resistente, in cui gli interessi di pochi hanno prevalso sul diritto alla verità e alla memoria collettiva.
Dietro le retoriche ufficiali di impegno per la verità, si celano ancora oggi individui e istituzioni che, per motivi diversi – paura, convenienza, fedeltà – continuano a ostacolare la piena luce sulla strage.
Questa resilienza della segretezza rivela una profonda frattura tra le istituzioni e la società civile, alimentando la sfiducia e il sospetto.

Il recupero della memoria del 2 agosto 1980, pertanto, non è solo un atto di giustizia verso le vittime, ma anche un imperativo per ricostruire un tessuto sociale più giusto, trasparente e democratico, capace di riconoscere e punire, senza sconti, i responsabili di tali efferatezze, non solo materiali ma anche e soprattutto ideologici e politici.

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