Un omaggio vibrante alla memoria amministrativa di Bologna si materializza sulle pareti del liceo Fermi: un murale a firma dello street artist milanese Chekos’art celebra i primi quattro sindaci del dopoguerra, figure cruciali nel plasmare l’identità e lo sviluppo della città. Giuseppe Dozza, Guido Fanti, Renato Zangheri e Renzo Imbeni, pilastri del governo locale tra la Liberazione e gli anni ’90, emergono ora da una rappresentazione artistica che ne esalta l’eredità.L’opera, promossa dall’amministrazione comunale in sinergia con la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, non è solo un ritratto iconografico, ma un vero e proprio percorso evocativo. Accanto a ciascun volto, una “parola chiave” – solidarietà, ambiente, democrazia e pace – incarna l’essenza del loro operato, un faro che illumina le scelte politiche e i valori incarnati, invitando a una riflessione contemporanea.L’iniziativa si colloca all’interno di un programma più ampio, volto a commemorare gli anniversari significativi che segnano le loro vite. Si tratta dei cinquant’anni dalla scomparsa di Giuseppe Dozza, pioniere dell’amministrazione pubblica e figura chiave nella ricostruzione post-bellica; dei centenari della nascita di Guido Fanti e Renato Zangheri, entrambi protagonisti di un’epoca di profondo cambiamento sociale ed economico; e del ventennale della morte di Renzo Imbeni, sindaco impegnato a coniugare sviluppo urbano e qualità della vita.Il progetto ambisce a recuperare e valorizzare il patrimonio documentale legato a queste figure, spesso dimenticato o disperso. Gli archivi personali, le corrispondenze, le fotografie – custoditi e preservati dalla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna – costituiscono una fonte inestimabile per comprendere la complessità del loro impegno politico e la loro visione per Bologna. Attraverso l’opera murale e la divulgazione di questi materiali d’archivio, si intende riaccendere l’attenzione su un periodo cruciale della storia bolognese, promuovendo una riflessione sulle sfide del presente alla luce dell’esperienza passata e rafforzando il legame tra la città e le sue figure di riferimento. Il murale, quindi, non è solo arte pubblica, ma un vero e proprio ponte tra passato e futuro, un invito a custodire la memoria e a trarre ispirazione dall’impegno civile dei sindaci che hanno contribuito a costruire Bologna.