Un’onda di commozione e ricordo ha investito Bologna in occasione delle celebrazioni del 43° anniversario della strage del 2 agosto 1980, un evento tragico che ha segnato profondamente la storia della città e del Paese.
La cerimonia, dedicata alla memoria delle 85 vittime e dei 200 feriti, ha visto convergere una vasta partecipazione di cittadini, testimoni di un’epoca segnata dalla violenza politica e dalla ferita ancora aperta del terrorismo.
Tra i presenti, figure istituzionali di rilievo: la Ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, il Sindaco Matteo Lepore, il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, e la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a testimonianza dell’importanza condivisa di mantenere viva la memoria e di perseguire la verità.
Quest’anno, a causa dei lavori infrastrutturali in Via Indipendenza, il corteo ha seguito un percorso alternativo, abbandonando la consueta linea.
La processione, intensa e silenziosa, ha attraversato Via Ugo Bassi, Via Marconi e Via Amendola, per poi giungere alla stazione ferroviaria, epicentro della strage.
La scelta del percorso, seppur diverso, non ha intaccato la solennità dell’evento.
Al contrario, ha permesso a un numero ancora maggiore di bolognesi di partecipare attivamente al ricordo, sottolineando la capacità della comunità di riappropriarsi del proprio spazio pubblico, trasformando le difficoltà in un’occasione di condivisione e riflessione.
Il culmine della cerimonia si è concentrato sulla stazione, luogo simbolo della tragedia.
Dopo i discorsi ufficiali, che hanno ripercorso le vicende giudiziarie e riaffermato l’impegno per la giustizia, l’attenzione si è rivolta verso il binario.
Il suono del fischio del treno, riprodotto alle ore 10:25, l’istante preciso dell’esplosione, ha generato un silenzio palpabile, un momento di raccoglimento collettivo e di profondo dolore.
La strage di Bologna non è solo una ferita del passato, ma un monito costante contro l’odio, la violenza e l’oblio.
Le celebrazioni di questi anni rappresentano un impegno continuo per custodire la memoria, per difendere i valori democratici e per assicurare che mai più una tragedia simile possa accadere.
La presenza attiva delle nuove generazioni, sempre più numerose e consapevoli, testimonia la speranza di un futuro di pace e di giustizia, dove il rispetto per la memoria delle vittime sia un pilastro fondamentale della convivenza civile.