Crisi abitativa: 40 comuni chiedono interventi urgenti al Governo.

L’urgenza abitativa che affligge l’Italia si manifesta con una crescente richiesta di interventi strutturali da parte di un’ampia rappresentanza di comuni, più di quaranta, che hanno presentato proposte concrete alla Camera dei Deputati.
L’Alleanza municipalista per il diritto alla casa, un organismo che raccoglie assessorati e rappresentanti di amministrazioni locali, ha formalizzato le istanze al Governo, denunciando una situazione di stallo che nega risposte a un’emergenza ormai cronica.

A distanza di un anno da una prima mobilitazione che non ha generato gli effetti sperati, le amministrazioni locali tornano a sollecitare un cambio di rotta, auspicando politiche abitative nazionali robuste e un adeguato stanziamento di risorse, anche attraverso la legge di bilancio.
Il quadro è complesso: le città, pur impegnate attivamente, si trovano a operare in un contesto di risorse limitate e di disinvestimenti pubblici accumulati nel tempo.

Gli interventi già intrapresi a livello locale sono significativi: riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, promozione dell’edilizia sociale, supporto a studentati universitari, regolamentazione degli affitti brevi attraverso strumenti urbanistici innovativi, sostegno a contratti di locazione a canone concordato e misure di protezione per chi si trova in condizioni di morosità incolpevole.
Queste iniziative, tuttavia, non sono sufficienti per affrontare la portata e la complessità della crisi abitativa, che assume connotazioni strutturali e richiede un intervento a livello nazionale.
Come sottolinea Emily Clancy, Vicesindaca di Bologna, le città stanno compiendo sforzi notevoli, spesso in condizioni particolarmente difficili e con strumenti inadeguati.
Un’azione isolata, anche se lodevole, non può essere la soluzione a un problema di tale portata.
È necessario un Piano Casa Nazionale che riconosca e rafforzi il ruolo centrale delle amministrazioni locali, fornendo risorse finanziarie stabili e durature, e restituendo al diritto alla casa la centralità che merita come politica pubblica prioritaria.

Il Piano Casa Nazionale dovrebbe, inoltre, non limitarsi ad erogare finanziamenti, ma definire standard di qualità abitativa, promuovere l’innovazione nel settore delle costruzioni sostenibili e incentivare la creazione di alloggi destinati a fasce di popolazione vulnerabili, come giovani, anziani, studenti fuori sede e famiglie a basso reddito.

Parallelamente, è fondamentale incentivare la collaborazione tra pubblico e privato, favorendo l’afflusso di investimenti privati nel settore abitativo, con garanzie e agevolazioni mirate.
La sfida è quella di costruire un sistema abitativo più equo, inclusivo e sostenibile, che risponda alle esigenze di tutti i cittadini e contrasti efficacemente la crescente precarietà abitativa che caratterizza il nostro Paese.

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