“Erediamo un mondo pregno di potenziale, un’eredità che ci impone una responsabilità profonda: quella di custodire e nutrire la speranza per le generazioni future.
Non possiamo dare per scontata la pace; essa, come un giardino incolto, si arrovellisce e si deteriora se non vi dedichiamo cura costante e attenzione.
” Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante l’iniziativa “Giostra Cavalleresca d’Europa per la Pace”, un simbolo tangibile dell’impegno per il dialogo e la riconciliazione.
Il suo intervento, intriso di riflessioni sulla condizione umana e sul ruolo della fede, è stato un’occasione per riaffermare l’urgenza di un impegno concreto, un’azione che vada oltre le parole.
“Il perdono”, ha spiegato Zuppi, “è la linfa vitale per disinnescare le ferite del passato, per liberare il futuro dalla zavorra del rancore.
Altrimenti, il passato rischia di reiterarsi, condannandoci a un eterno presente di conflitto.
“Ricordando l’invito del Papa Francesco – un richiamo inaspettato e gravido di significato – Zuppi ha ripercorso le difficoltà iniziali dell’impegno per la guerra in Ucraina.
“All’inizio, il percorso sembrava arduo, quasi impraticabile.
La volontà di mediazione non era immediatamente percepibile.
” Ma il Papa, con la sua visione profetica, ha insistito: “Non possiamo cedere all’indifferenza.
Ogni conflitto, per quanto lontano, ci riguarda e richiede un’azione.
” L’eco di Papa Leone, che invitava a uno sguardo profondo, a un confronto diretto, risuona ancora oggi: “Venite, guardatevi negli occhi.
” Solo in quell’incontro sincero, al di là delle barriere ideologiche e delle posizioni contrapposte, può riemergere l’umanità condivisa, la consapevolezza della nostra comune fragilità.
Zuppi ha descritto un’umanità in cammino, un pellegrinaggio condiviso che ci rende tutti, in fondo, viandanti.
“Finché camminiamo insieme, sostenendoci a vicenda, la speranza rimane viva, un faro che illumina il cammino.
“L’iniziativa “Giostra Cavalleresca d’Europa per la Pace”, che si radica a Sulmona, rappresenta un’occasione concreta per favorire il dialogo tra diverse realtà europee, promuovendo un’etica di riconciliazione e di responsabilità condivisa.
La decisione di attribuire alla Giostra il titolo di “Giusta della Pace”, sancita da un consesso comunale straordinario, è un atto simbolico che sottolinea l’impegno della città e della Fondazione Carispaq a promuovere una cultura di pace e di solidarietà, un monito costante a superare le divisioni e a costruire un futuro di speranza per tutti.
L’evento ambisce a diventare un laboratorio permanente di incontri e di riflessioni, un luogo in cui coltivare i semi della pace e della riconciliazione.