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venerdì 24 Ottobre 2025

Bologna, uniti per il mister: Europa League e famiglia.

L’atmosfera che avvolge il Bologna in vista dell’impegno europeo a Bucarest è densa di un senso di responsabilità, di resilienza e di profonda umanità.

La recente indisposizione dell’allenatore Vincenzo Italiano, costretto al ricovero ospedaliero a Bologna per una polmonite bilaterale, ha proiettato la squadra in un momento delicato, ma ha anche risvegliato un senso di unità e di impegno ancora più marcato.
Lukasz Skorupski, figura di esperienza nel gruppo, testimonia con parole semplici ma eloquenti la volontà del collettivo di onorare il mister e di trasformare la sua assenza in sprone.
La squadra non è nuova a simili prove.
Il ricordo vivido delle vicende legate a Sinisa Mihajlovic, figura iconica per la tifoseria e per molti giocatori, risuona nel presente, offrendo un precedente di come superare momenti di profonda difficoltà.

Figure come Orsolini, De Silvestri (che ha scelto di accompagnare la squadra nonostante la non convocazione Uefa), e altri elementi chiave come Moro, Ferguson, Lucumi e Lykogiannis, hanno già sperimentato, nella stagione 2022-23, la frustrazione e le sfide poste dall’assenza improvvisa del proprio allenatore, sebbene in circostanze diverse.
Questa esperienza condivisa, anziché generare timori, alimenta un sentimento di coesione e la determinazione a reagire con forza.
Il ruolo di Davide Niccolini, vice allenatore, assume ora un’importanza cruciale.
Oltre a guidare tecnicamente la squadra in campo, Niccolini si fa carico di mantenere un canale di comunicazione costante con Vincenzo Italiano, monitorando i progressi della sua terapia antibiotica e trasmettendo gli aggiornamenti al gruppo.

L’auspicio generale è un rapido ritorno del mister, ma nel frattempo, l’attenzione si concentra esclusivamente sul presente: una partita di Europa League cruciale per il futuro del Bologna.

L’obiettivo è chiaro: ottenere una vittoria significativa, un tributo sentito per l’allenatore assente e una dimostrazione tangibile della forza d’animo e del talento di una squadra unita da un profondo legame umano e sportivo.
Il Bologna si presenta a Bucarest non solo come una squadra di calcio, ma come una famiglia che si stringe attorno al proprio capitano, pronta a lottare e a trionfare.

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