Rientro in Italia, al Bologna, segna per Ciro Immobile un capitolo nuovo, non solo nella sua carriera, ma anche in una fase matura della sua vita professionale.
L’approdo in Emilia non è un ritorno alle origini nel senso stretto del termine, ma piuttosto una scelta ponderata, un investimento in un progetto ambizioso che gli permette di mettere a frutto la sua esperienza e il suo talento in un contesto stimolante e ricco di prospettive.
La mancata convocazione da parte del CT Gattuso, pur essendo un elemento da considerare, non smorza l’entusiasmo: l’obiettivo della Nazionale resta un faro, un traguardo legato indissolubilmente alla performance individuale e collettiva che dovrà contraddistinguere il Bologna.
L’arrivo di Immobile non è inteso come una competizione diretta nei confronti di attaccanti di talento come Castro e Dallinga, ma piuttosto come un catalizzatore di crescita.
Il suo ruolo non è quello di un semplice goleador, ma di un punto di riferimento, un mentore capace di elevare il livello dell’intero reparto offensivo.
La filosofia del mister, che ha già dimostrato di saper valorizzare tutti gli elementi della squadra, apre a scenari di gioco complessi e dinamici, dove l’apporto di ogni singolo giocatore è fondamentale.
L’ossessione per la classifica marcatori, la conquista della quinta corona in Serie A, è un desiderio legittimo, un’aspirazione che si nutre di impegno e dedizione.
Ma questa ambizione non può prescindere dal bene comune, dalla coesione di una squadra che si fa leale sostenitrice dell’uno e dell’altro.
L’osservazione del gioco di Italiano e della sua capacità di estrarre il meglio dai suoi attaccanti rappresenta un ulteriore stimolo, una sfida continua a superare i propri limiti.
A 35 anni, l’età non è un limite, ma piuttosto un bagaglio di esperienza da mettere a disposizione dei più giovani.
La volontà di fungere da “chioccia”, di trasmettere la propria conoscenza e la propria passione, è un segno di maturità e di consapevolezza del proprio ruolo all’interno del gruppo.
Il benessere personale, l’armonia extracalcistica, sono riconosciuti come elementi imprescindibili per ottenere risultati di eccellenza anche in campo.
Il trasferimento al Bologna, dopo l’esperienza turca al Besiktas, segna il ritorno in Italia sotto i riflettori di un club che punta a consolidare il proprio ruolo tra le potenze del calcio nazionale.
L’incontro con la vecchia Lazio sarà inevitabilmente carico di emozione, un tributo a otto anni di successi e di legami profondi.
Ma è l’interlocuzione con l’allenatore Italiano, la sua visione del gioco e la sua capacità di creare un ambiente positivo e stimolante, ad aver definitivamente convinto Immobile ad accettare la sfida.
La forma fisica rimane un punto di forza, una garanzia per affrontare una nuova avventura con entusiasmo e determinazione.