Roma, 25 Luglio – Un complesso scenario clinico ha richiesto un doppio intervento chirurgico per Gregorio Paltrinieri, stella indiscussa del nuoto di fondo italiano.
L’atleta, reduce da una brillante performance olimpica, si è dovuto sottoporre a procedure mediche presso l’ospedale di Sassuolo, a seguito di due infortuni distinti che ne avevano compromesso la partecipazione ai recenti Campionati Mondiali di Singapore.
La prima operazione, eseguita dall’équipe ortopedica diretta dal professor Giuseppe Porcellini, ha riguardato il gomito.
Si è trattato di un’artroscopia mirata alla rimozione di una vite intrarticolare, residuo di una frattura occorsa nell’agosto 2024, immediatamente al termine dei Giochi Olimpici.
Questa vite, sebbene inizialmente risolutiva, aveva successivamente provocato persistenti disagi e limitazioni funzionali, rendendo necessario il suo intervento.
Parallelamente, è stato eseguito un innesto cartilagineo, procedura volta a favorire la rigenerazione tissutale e a ripristinare la corretta biomeccanica dell’articolazione.
Il secondo intervento, coordinato dal dottor Stefano Manzieri, ha affrontato una frattura alla base della terza falange del quarto dito della mano sinistra, infortunio verificatosi durante l’impegnativa gara di 10 km ai Mondiali di Singapore.
La riduzione chirurgica ha mirato a riallineare correttamente i frammenti ossei, ponendo le basi per una corretta consolidazione e per il ritorno alla piena funzionalità della mano.
La federazione italiana nuoto ha comunicato una prognosi prudente, stimando un recupero funzionale completo e la possibilità di riprendere gli allenamenti in un arco temporale di 6-8 settimane.
Questo lasso di tempo è cruciale per permettere ai tessuti di consolidarsi adeguatamente e per evitare ricadute.
Nonostante il momento delicato, l’atleta ha condiviso sui suoi canali social un messaggio di gratitudine, esprimendo apprezzamento per il personale medico dell’ospedale di Sassuolo, in particolare per Tiziana Balducci, e augurandosi un rapido ritorno in vasca.
L’aneddoto finale, con la menzione di un generoso “regalo” di un chilo di pizza, ha stemperato la gravità della situazione, rivelando un lato umano e informale dell’atleta, simbolo di resilienza e determinazione.
La vicenda solleva, inoltre, riflessioni sulla fragilità del corpo sportivo e sull’importanza di una gestione accurata degli infortuni, elementi imprescindibili per la longevità della carriera di un atleta di alto livello.