L’adolescenza in Sardegna: un quadro di fragilità e potenzialità inespresse.
L’Atlante dell’Infanzia a Rischio in Italia, nella sua sedicesima edizione, proietta uno sguardo critico sullo stato di salute e benessere dei giovani sardi, una popolazione che rappresenta una quota demografica marginale a livello nazionale: solo il 6,1% dell’intera popolazione italiana rientra nella fascia d’età compresa tra i tredici e i diciassette anni.
Questo dato, già di per sé significativo, si intreccia a un complesso tessuto di indicatori che rivelano una disarmonia tra le potenzialità individuali e le opportunità offerte.
Il rapporto evidenzia un deficit di stimoli culturali che affligge la crescita degli adolescenti sardi.
La lettura, attività fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico e l’ampliamento degli orizzonti, risulta significativamente inferiore alla media nazionale, con meno del 50% dei giovani che si dedica alla lettura di testi extra-scolastici.
Parallelamente, la partecipazione ad eventi culturali come mostre, musei, siti archeologici e spettacoli teatrali si attesta su livelli inferiori rispetto al resto d’Italia.
Nonostante una maggiore propensione verso i concerti, l’assenza di un’offerta culturale diversificata e accessibile emerge come un fattore limitante per la crescita personale e sociale.
L’inattività fisica, un ulteriore elemento di allarme, colpisce quasi un quarto degli adolescenti sardi, un dato che riflette stili di vita sedentari e una carenza di opportunità per praticare sport e attività all’aria aperta.
Questa situazione, se non affrontata con interventi mirati, può avere ripercussioni negative sulla salute fisica e mentale dei giovani.
L’analisi delle strutture familiari rivela tendenze significative.
L’aumento degli adolescenti figli unici, con una percentuale del 38,8%, supera di oltre dieci punti percentuali la media nazionale, suggerendo possibili implicazioni in termini di supporto emotivo e sviluppo sociale.
La condizione di solitudine, percepita o reale, può influire sulla capacità di resilienza e sulla gestione delle sfide adolescenziali.
La rete di supporto psicologico e psichiatrico per l’infanzia e l’adolescenza appare insufficiente a fronteggiare la crescente domanda.
La disponibilità di posti nelle Neuropsichiatrie Infantili e dell’Adolescenza (NPIA) e nelle strutture residenziali è quantitativamente limitata, lasciando molti giovani privi dell’assistenza necessaria.
Il fenomeno della dispersione scolastica, un indicatore cruciale per il futuro sociale ed economico di una regione, presenta in Sardegna valori preoccupanti, secondi solo a quelli della Calabria.
L’alto tasso di *early school leavers*, giovani tra i diciotto e i ventiquattro anni che hanno interrotto prematuramente il percorso di istruzione o formazione professionale, rappresenta una sfida complessa che richiede interventi mirati di prevenzione e recupero.
L’integrazione scolastica di studenti stranieri, sebbene in crescita a livello nazionale, si presenta in Sardegna come un aspetto marginale.
La ridotta presenza di alunni con cittadinanza non italiana, soprattutto nei licei, solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche di inclusione e sull’adattamento del sistema scolastico alle esigenze di una società sempre più multiculturale.
In conclusione, il quadro dell’adolescenza in Sardegna emerge come un mosaico di fragilità e potenzialità inespresse.
Affrontare queste sfide richiede un impegno sinergico da parte delle istituzioni, delle famiglie, della scuola e della società civile, con l’obiettivo di creare un ambiente che promuova il benessere, lo sviluppo e l’inclusione di tutti i giovani sardi, garantendo loro un futuro di opportunità e crescita.
Un futuro in cui la cultura, lo sport, l’istruzione e l’assistenza psicologica non siano beni di lusso, ma diritti fondamentali.







