Allevamento intensivo a Caniga: il Comune annulla la pratica

La vicenda che coinvolge la proposta di realizzazione di un allevamento intensivo di suini a Maccia d’agliastru, in agro di Caniga, Sassari, si è conclusa con un atto di annullamento da parte del Comune, a seguito di un’analisi approfondita che ha evidenziato profili di incompatibilità ambientale e urbanistica.
L’iniziativa, presentata tramite due dichiarazioni uniche di avviamento attività (Dua) sostanzialmente identiche, ha suscitato immediate e forti contestazioni da parte di associazioni animaliste ed ecologiste, nonché dei residenti della zona, testimoniando una crescente sensibilità verso le implicazioni di impianti zootecnici di tale portata.
L’atto amministrativo del Comune di Sassari, caratterizzato da un approccio prudenziale, giunge in seguito alle osservazioni cruciali formulate dal settore Ambiente della Città Metropolitana, a valle di una conferenza di servizi telematica.

Questa fase procedurale ha permesso una verifica dettagliata della conformità della proposta alla normativa vigente, rivelando incongruenze e omissioni che ne compromettonovano la legittimità.

L’interdizione dell’intervento e il divieto assoluto di emissioni in atmosfera, suggeriti dalla Città Metropolitana, hanno pesato significativamente nella decisione finale.

L’irricevibilità della Dua, dichiarata dal Comune, sottolinea l’impossibilità di procedere con l’avvio dell’attività in assenza delle necessarie autorizzazioni e nel disprezzo delle prescrizioni ambientali.
L’amministrazione comunale ha esplicitamente invitato i proponenti a non procedere con la realizzazione dell’impianto, a rimuovere eventuali modifiche apportate al territorio e a riconoscere l’assenza di un valido titolo abilitativo.

Le criticità emerse durante l’istruttoria procedurale sono molteplici e rilevanti.

Le dichiarazioni contenute nella Dua, che negavano la natura intensiva dell’allevamento, l’impiego di scarichi idrici, la necessità di valutazioni acustiche e l’acquisizione di titoli ambientali, sono state contestate dagli uffici comunali come fuorvianti e incomplete.

In particolare, sono state evidenziate incongruenze nella stima delle emissioni atmosferiche e nella valutazione delle distanze di sicurezza dalle abitazioni circostanti, con una discrepanza significativa tra le dichiarazioni dei proponenti e la realtà dei fatti.
La distanza minima dichiarata, pari a mezzo chilometro, si è rivelata errata, in quanto l’impianto dista in realtà solo 250 metri da alcune abitazioni, elemento che incide profondamente sulla valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti.

La vicenda ha sollevato un dibattito pubblico, con il Sindaco Mascia che ha sottolineato la necessità di una vigilanza attenta sull’iter della pratica, ribadendo il ruolo marginale degli amministratori politici e la prevalenza del lavoro tecnico nell’istruttoria.

Questa situazione riflette una crescente sensibilità nell’opinione pubblica e nelle istituzioni verso le implicazioni ambientali ed economiche degli allevamenti intensivi, spingendo verso un approccio più rigoroso nella valutazione delle autorizzazioni e un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni che le riguardano.

L’evento costituisce un precedente importante per la tutela del territorio e per la promozione di modelli di sviluppo più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap