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lunedì 17 Novembre 2025

Alluvione Cleopatra: Sardegna, ricordi e rinascita dopo 12 anni.

Il 18 novembre 2013, la Sardegna fu teatro di una catastrofe naturale di proporzioni inaudite, quando il ciclone Cleopatra, un sistema perturbato eccezionalmente intenso, riversò sull’isola, e in particolare sulla Gallura e Olbia, quantità d’acqua senza precedenti.

Più che una semplice pioggia, si trattò di un evento meteorologico estremo, amplificato da una combinazione di fattori atmosferici e dalla particolare conformazione del territorio, vulnerabile a fenomeni di esondazione.
L’impatto fu devastante.

L’acqua, trasformando le arterie stradali in torrenti impetuosi, superò i limiti di capacità dei corsi d’acqua naturali, provocando esondazioni che sommersero abitazioni, attività commerciali e infrastrutture.

Il fango, i detriti e l’accumulo di materiale trasportato dalla furia delle acque crearono un quadro di distruzione e disperazione.

Il bilancio umano fu tragico.

Diciannove vite furono spezzate in un istante, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile per famiglie e comunità intere.
Olbia fu particolarmente colpita, con nove vittime, tra cui due bambini, mentre ad Arzachena una famiglia fu completamente spazzata via dalla corrente.
Ogni anno, nel lungomare Escrivà, si tiene una cerimonia commemorativa per onorare la memoria delle vittime.
Un imponente monumento, composto da nove monoliti di granito scolpiti dall’artista Nicola Filia, rappresenta un toccante simbolo del dolore e della resilienza della comunità.
I nomi incisi sui monoliti – Sebastina Brundu, Bruno Fiore, Maria Loriga, Patrizia Corona, Morgana Giagoni e sua figlia, Maria Massa, Enrico Mazzoccu e suo figlio Francesco Mazzoccu, Anna Ragnedda – vengono letti ad alta voce, rievocando la tragedia e riaffermando l’importanza di non dimenticare.
La commemorazione quest’anno è ancora più significativa, poiché coincide con l’avvio ufficiale dei lavori per il completamento della strada provinciale 38 di Monte Pino, un’arteria vitale che collega l’Alta Gallura con Olbia e Tempio Pausania.
La strada, inizialmente interrotta dall’alluvione e da successive problematiche, rappresenta un simbolo di speranza e di rinascita per la comunità.
Il crollo di quel tratto di carreggiata, che aveva causato la morte di tre persone e il miracoloso salvataggio di Veronica Gelsomino, aveva lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva.

La presenza dell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Piu, alla celebrazione religiosa che si terrà nei pressi del cantiere, sottolinea l’impegno delle istituzioni nel portare a termine un’opera attesa da anni.
Il completamento della strada, dodici anni dopo la catastrofe, non è solo un intervento infrastrutturale, ma un gesto di riconoscimento verso le vittime e le loro famiglie, un segno tangibile della volontà di ricostruire e di non arrendersi di fronte alle avversità.
La tragedia del 2013 ha lasciato una profonda cicatrice nella Sardegna, ma ha anche rafforzato lo spirito di solidarietà e la determinazione a guardare al futuro con speranza e resilienza.

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