L’inchiesta sulla tragica scomparsa di Cinzia Pinna, la giovane donna ritrovata senza vita nella tenuta ConcaEntosa di Arzachena, si concentra ora sull’analisi approfondita della corrispondenza digitale e delle abitudini comunicative di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore vinicolo arrestato e confessore del decesso.
La Procura della Repubblica di Tempio Pausania, guidata dal procuratore Gregorio Capasso e dalla pm Noemi Mancini, ha incaricato il perito informatico Andrea Cappai di procedere a una copia forense dei dispositivi digitali in possesso dell’indagato.
L’operazione si prefigge di ricostruire con precisione il quadro delle interazioni di Ragnedda nei giorni immediatamente successivi all’omicidio, un arco temporale cruciale per comprendere le motivazioni e le dinamiche dell’evento.
Cappai dovrà estrapolare dati da un computer desktop utilizzato dall’imprenditore e da un secondo telefono cellulare, un dispositivo di riserva in suo possesso da circa un mese precedente al decesso di Cinzia Pinna.
La necessità di ricorrere a un dispositivo secondario è dovuta al danneggiamento del telefono principale di Ragnedda, quest’ultimo al momento non localizzato.
Il telefono principale, presumibilmente, era lo strumento primario per la gestione dei profili social e per le comunicazioni private, elementi che la Procura intende vagliare con estrema accuratezza.
L’indagine si estende oltre i dispositivi digitali di Ragnedda; l’assenza del telefono cellulare di Cinzia Pinna e della sua documentazione personale rappresenta un altro tassello fondamentale da recuperare.
Questi elementi potrebbero fornire indizi vitali sulle ultime comunicazioni della vittima e sulla sua agenda nei giorni precedenti la morte.
La copia forense dei dispositivi di Ragnedda si configura quindi come una ricerca meticolosa di tracce digitali, messaggi, cronologie di navigazione e contatti che possano rivelare dettagli in precedenza sconosciuti, contribuendo a delineare un quadro completo delle circostanze che hanno portato alla tragica scomparsa di Cinzia Pinna e a fare piena luce sulla confessione di colpevolezza di Emanuele Ragnedda.
Il lavoro del perito informatico si pone come un elemento cruciale per il successo delle indagini e per garantire che la giustizia sia fatta.






