La vicenda che ha visto coinvolti nove professionisti sanitari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari si conclude con un verdetto di assoluzione totale, un atto che sottolinea la complessità di bilanciare responsabilità medica e imprevedibilità clinica. La tragica scomparsa di Carlo Dessole, un 73enne deceduto nel marzo del 2018 dopo un intervento programmato, non è stata qualificata come omicidio colposo, bensì interpretata come un evento sfortunato, una fatalità ineluttabile nel contesto della cura medica.La decisione del Tribunale di Sassari, presieduto dalla giudice Claudia Sechi, si basa sulla motivazione secondo cui “il fatto non sussiste”. Questo implica un esame approfondito delle dinamiche cliniche che hanno portato alla morte del paziente, un’analisi che ha superato le accuse formulate dal pubblico ministero Paolo Piras, il quale aveva inizialmente richiesto la condanna, seppur con la pena minima, per sei dei nove medici imputati.La richiesta di condanna del pm si era concentrata sull’ipotesi di una risposta tardiva da parte del team medico di fronte all’aggravarsi delle condizioni del paziente. Tuttavia, la giudice Sechi, valutando le argomentazioni presentate dal pool difensivo, composto da una squadra di avvocati di notevole competenza – Francesco Porcu, Guido Datome, Filippo Orecchioni, Salvatore Porcu, Amedeo Mandras, Sebastiano Chironi, Luigi Esposito, Gianluigi Poddighe, Carlo Pinna Parpaglia, Ivano Iai – ha ritenuto che tali accuse non fossero sostenibili.La vicenda ruota attorno a un intervento chirurgico programmato per la rimozione di uno stent, un’operazione considerata di routine. Durante il periodo di ricovero, tuttavia, si è manifestata inaspettatamente la presenza di un aneurisma, una dilatazione anomala di un vaso sanguigno che ha compromesso drammaticamente la prognosi del paziente. Nonostante l’intervento chirurgico eseguito con l’obiettivo di salvare la vita a Dessole, la sua condizione è peggiorata, portando al decesso il giorno successivo.L’assoluzione totale evidenzia la difficoltà di attribuire responsabilità in situazioni in cui fattori imprevedibili e condizioni mediche intrinsecamente rischiose influenzano l’esito di un trattamento. Il caso solleva interrogativi sulla linea di demarcazione tra errore medico, che può verificarsi anche in presenza del massimo impegno professionale, e conseguenze cliniche inevitabili derivanti dalla complessità del corpo umano e dalle sue reazioni a trattamenti invasivi. L’evento, dunque, non è stato interpretato come una negligenza o un’omissione, ma come un tragico esito di una condizione medica complessa e inattesa, sottolineando la natura intrinsecamente incerta e talvolta drammatica della cura medica.
Assoluzione Totale per Medici a Sassari: Tragedia Clinica, Non Omicidio
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