L’eco di una promessa, un talento interrotto troppo presto: la figura di Bianca Ballabio, studentessa di Medicina all’Università di Sassari, continua a illuminare il cammino di chi, come lei, aspira a curare e a lenire le sofferenze umane.
Cinque anni sono passati da quando un tragico incidente stradale l’ha strappata all’affetto dei suoi cari, ma l’eredità di passione, dedizione e innata curiosità che ha lasciato vive attraverso la Borsa di Studio che i suoi genitori, Michela Bonzi e Massimo Ballabio, hanno istituito in suo nome.
La cerimonia, solenne e commovente, si è svolta nell’aula magna dell’ateneo sassarese, un luogo intriso di speranza e di futuro.
Angela Spanu, direttrice del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Farmacia, ha onorato i genitori di Bianca con un attestato e una targa che reca l’emblema dell’Università, simbolo di un percorso accademico interrotto ma non dimenticato.
“Questa accoglienza ci commuove, ma non ci coglie di sorpresa”, ha espresso Massimo Ballabio, il padre di Bianca, parole che riflettono la profonda convinzione che la memoria della figlia possa ispirare nuove generazioni di medici.
L’istituzione della Fondazione Bianca Ballabio testimonia l’impegno dei genitori a perpetuare il sogno della figlia, sostenendo progetti di ricerca medica e offrendo opportunità di studio a studenti meritevoli.
Il ritratto di Bianca, dipinto con delicatezza dalle testimonianze dell’amica Carlotta Accolla e dei suoi docenti, rivela una personalità complessa e sfaccettata.
Oltre all’eccellenza accademica – aver superato il primo anno di Medicina con una media del 30 e l’anticipazione degli esami – Bianca possedeva una vivace intelligenza emotiva e una passione intensa per la musica, in particolare per la band dei Muse, una condivisione profonda che legava anche con la madre.
Ricordi di concerti in tutta Europa e di incontri con i musicisti del gruppo, intrisi di un’energia contagiosa, hanno riempito l’aula, rendendo omaggio alla sua anima vibrante.
Bianca non ha potuto compiere il suo sogno di laurearsi, ma i suoi genitori, con questo gesto, vogliono che il suo spirito continui a vivere nel percorso di chi si dedica alla cura del prossimo.
“Bianca c’è, è qui nel nostro cuore”, ha sussurrato Michela Bonzi, le parole portatrici di un dolore immenso, ma anche di una fede incrollabile nel futuro e nella capacità di trasformare la perdita in speranza.
La Borsa di Studio Bianca Ballabio non è solo un riconoscimento accademico, ma un atto d’amore che proietta nel domani la luce di una giovane vita piena di promesse.
È un invito a perseguire con passione e dedizione il proprio cammino, ricordando che ogni azione, ogni gesto, può lasciare un’impronta significativa nel mondo.






