La comunità di Bosa attende con rinnovata speranza il risveglio di un suo simbolo più profondo: la chiesa di Sant’Antonio Abate.
Dopo un decennio di silenzio, dettato da delicate problematiche strutturali che ne hanno reso necessaria la chiusura, si apre una nuova fase di interventi mirati a garantirne la messa in sicurezza e, auspicabilmente, la riapertura al culto.
Questo non è semplicemente un intervento di restauro, ma un atto di riconnessione con la storia e l’identità di Bosa, un luogo di aggregazione e spiritualità che rappresenta un punto fermo nel tessuto sociale locale.
L’amministrazione comunale, consapevole del valore intrinseco di questo patrimonio, ha attivato un percorso di progettazione rigoroso e articolato, guidato dall’assessorato ai Lavori Pubblici.
Questo iter, più complesso di una mera ristrutturazione, prevede un’analisi approfondita delle condizioni statiche dell’edificio, individuando le priorità di intervento per stabilizzare la struttura e prevenire ulteriori deterioramenti.
La progettazione non si limita alla mera eliminazione dei rischi, ma mira a definire una strategia di intervento sostenibile nel tempo, tenendo conto delle risorse disponibili e delle esigenze di conservazione del bene culturale.
La sfida è duplice: garantire la sicurezza dell’edificio nel breve termine, con un primo pacchetto di interventi mirati, e allo stesso tempo gettare le basi per un recupero più ampio e completo nel futuro.
L’impegno finanziario iniziale, composto da una combinazione di risorse regionali e comunali, ammonta a 170 mila euro, una cifra che, pur essendo significativa, richiede un’attenta gestione e una precisa definizione delle priorità.
Il piano prevede di concentrare le risorse disponibili per gli interventi essenziali che consentano la riapertura al culto, riservando la programmazione di ulteriori lavori di restauro e valorizzazione a quando saranno reperiti finanziamenti aggiuntivi.
“Sbloccare questo iter rappresenta una vittoria per l’intera comunità,” dichiara il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, Federico Ledda, sottolineando l’importanza di questo passo avanti.
Il sindaco Alfonso Marras, condividendo l’entusiasmo, aggiunge che il recupero di Sant’Antonio Abate non è solo un intervento edilizio, ma un atto di salvaguardia di un patrimonio immateriale, un elemento identitario imprescindibile per Bosa e per le sue genti.
La chiesa, più che un luogo di culto, è un punto di riferimento storico, un palcoscenico di memorie collettive, un simbolo tangibile del legame tra la comunità e le sue radici più profonde.
Il suo ritorno alla vita rappresenta quindi un’iniezione di speranza e un invito a riscoprire il valore del patrimonio culturale come motore di crescita sociale e identitaria.







