La Cooperativa “Buoni e Cattivi” porta a Parigi un assaggio autentico dell’Italia, un’esperienza culinaria che trascende la semplice preparazione del Pani Frattau per incarnare un modello di impresa sociale innovativo e profondamente radicato nei valori dell’inclusione.
In un contesto globale che guarda con sempre maggiore attenzione alla salvaguardia del patrimonio immateriale, come testimonia la candidatura della Cucina Italiana all’elenco UNESCO, la cooperativa si propone come esempio emblematico di come l’eccellenza gastronomica possa nascere dall’integrazione e dal riscatto personale.
L’iniziativa “Work Inclusion: talents and skills in Italian cuisine,” promossa dal Ministero per le Disabilità, offre alla cooperativa una vetrina internazionale per esporre il suo approccio unico, dove la ristorazione etica e l’inserimento lavorativo di persone vulnerabili si fondono per creare un’offerta di alta qualità.
Per Giuditta Cavallini, presidente della cooperativa, questo è un onore e una responsabilità: “porteremo con noi la passione, la competenza e la bellezza di chi ogni giorno dimostra come l’inclusione non sia un atto di carità, ma una condicio sine qua non per l’eccellenza.
” La professionalità dei giovani lavoratori, frutto di impegno e determinazione, merita riconoscimento a livello globale.
A guidare la brigata in questa missione olfattiva e culturale è Ugo Bressanello, fondatore di Domus de Luna, un’organizzazione che da anni sostiene la cooperativa.
Domus de Luna, con il suo ventennale impegno nell’accoglienza e nel supporto a bambini, ragazzi, donne e uomini in difficoltà, incarna i principi fondamentali della cooperativa.
Per Bressanello, cucinare e servire il Pani Frattau presso la sede UNESCO rappresenta un traguardo inaspettato, un simbolo di un’Italia che desidera proporre un nuovo paradigma lavorativo e sociale.
Un modello che valorizza la partecipazione, la diversità e la bellezza di una comunità coesa.
Dalla sua fondazione nel 2010, “Buoni e Cattivi” ha offerto opportunità di riscatto a oltre 267 persone, tra cui individui con disabilità, madri solo e giovani in percorso di reinserimento sociale.
La cooperativa gestisce un complesso di attività diversificate, che spaziano da ristoranti e bar a una pizzeria, un rifugio naturalistico e strutture ricettive, impiegando attivamente 65 giovani lavoratori.
Questa rete di risorse non è solo un motore di sviluppo economico, ma anche un laboratorio di competenze e un luogo di crescita personale, dove ogni piatto racconta una storia di resilienza e di speranza, un invito a riscoprire il valore intrinseco di ogni individuo e a costruire un futuro più equo e inclusivo.
L’esperienza parigina è quindi un viaggio sensoriale e umano, un ponte tra culture e un messaggio di ottimismo per il mondo.