giovedì 11 Settembre 2025
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Cagliari

Cagliari, perizia chiave: il processo Gulisano in bilico.

Il tribunale di Cagliari è chiamato a decidere, nella sessione del 18 settembre, l’ammissibilità di una cruciale perizia tecnica.

Al centro della questione c’è la tragica scoperta del 5 dicembre 2024, quando Luigi Gulisano e Marisa Dessì, rispettivamente 79 e 82 anni, sono stati ritrovati senza vita nella loro dimora di via Ghibli.

La gip Ermengarda Ferrarese, attraverso i suoi consulenti, ha formulato l’ipotesi di omicidio volontario, suggerendo che i coniugi siano stati uccisi: uno strangolato, l’altra asfissiata.
L’inchiesta si concentra su Claudio Gulisano, figlio dei defunti, attualmente detenuto e accusato di omicidio volontario.
Durante l’incidente probatorio in corso, l’avvocato difensore, Luigi Sanna, ha formalmente contestato l’ammissibilità della perizia, sollevando dubbi procedurali rilevanti.
La sua argomentazione principale verte sull’utilizzo di elementi da parte dei consulenti tecnici che, a suo avviso, avrebbero superato i confini delle indagini preliminari, introducendo variabili non precedentemente oggetto di analisi.

La decisione, ora, è nelle mani della giudice, che si è riservata la pronuncia per il 18 settembre, in un momento di sospesa incertezza.
Presente in aula anche l’avvocato Gianluca Aste, in rappresentanza di un altro figlio della coppia, considerato parte civile nel procedimento.

La Procura di Cagliari ipotizza un movente economico alla base del delitto, dipingendo un quadro complesso di difficoltà finanziarie e ambizioni ereditari.

Claudio Gulisano, secondo l’accusa, avrebbe agito per impossessarsi di beni immobiliari di valore, destinati a risolvere una situazione debitoria aggravata dal fallimento di un market, impresa precedentemente gestita dal padre e poi ceduta al figlio.
L’accumulo di prove, che avrebbero incastrato il 44enne, include un video che contraddice la sua presunta alibi, dichiarazioni testimoniiali contrastanti, e un’analisi dettagliata dei contenuti digitali rinvenuti nei telefoni cellulari dei genitori e, crucialmente, nel suo smartphone personale.
Quest’ultimo, in particolare, potrebbe rivelare messaggi, ricerche online o altre informazioni rilevanti per ricostruire la dinamica degli eventi e l’intenzione criminale.

La questione sollevata sull’ammissibilità della perizia pone ora un’ombra di incertezza sulla solidità dell’accusa e sulla potenziale progressione del processo.

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