Un corteo studentesco, espressione di un profondo senso di urgenza e solidarietà, ha attraversato il cuore di Cagliari questa mattina, lasciando una traccia di dissenso e rivendicazione.
Il percorso, scelto con precisione simbolica, ha innanzitutto interrotto il flusso della circolazione in Via Roma, arteria pulsante della vita cittadina, e si è affacciato al Consiglio Regionale, luogo di decisioni politiche che, a loro avviso, non rispecchiano l’emergenza umanitaria in corso.
L’azione, promossa dagli studenti universitari di Unica per la Palestina, affiancati da un significativo gruppo di liceali – circa un centinaio di partecipanti – ha visto il culmine della protesta nella piazza Matteotti, adiacente alla stazione ferroviaria.
Qui, con un blocco temporaneo e mirato di un incrocio cruciale, è stato generato un ingorgo che ha coinvolto automobili e mezzi pubblici, una dimostrazione tangibile della loro determinazione a rendere visibile la causa che li motiva.
L’iniziativa si inserisce nel contesto della Global Sumud Flotilla, un’azione di pressione internazionale volta a rompere il blocco imposto alla Striscia di Gaza e a garantire l’accesso umanitario alla popolazione civile.
“Sumud” è una parola araba che significa “resistenza”, e riflette l’approccio dei manifestanti: una resistenza pacifica e ostinata, ma necessaria, per denunciare un’ingiustizia che percepiscono come inaccettabile.
La protesta non è solo una manifestazione di supporto alla Flotilla, ma anche un appello alla consapevolezza: un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e le istituzioni locali sulla complessità del conflitto israelo-palestinese e sulle sue conseguenze devastanti per i civili.
Gli studenti non si limitano a esprimere solidarietà, ma rivendicano un cambio di rotta nelle politiche estere italiane, auspicando un ruolo più attivo nella promozione di una soluzione pacifica e duratura, basata sul rispetto dei diritti umani e sul diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
L’azione di oggi è quindi un tassello di una strategia più ampia, volta a mantenere alta l’attenzione sulla questione palestinese e a sollecitare un intervento concreto da parte della comunità internazionale.
La loro presenza, un mosaico di volti giovani e determinati, vuole rappresentare una voce di speranza e di impegno civile, convinti che la pressione popolare possa contribuire a cambiare il corso degli eventi.