lunedì 15 Settembre 2025
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Cala Trana: Graffiti e Vandalismo Minacciano le Dune Millenarie

Le incisioni arbitrarie, le firme affrettate, le effigie sbozzate che deturpano le dune fossili di Cala di Trana, a Palau, non sono atti isolati, ma il sintomo di una profonda e preoccupante incomprensione del valore intrinseco di un ambiente fragile e unico.

Più che semplici graffiti, questi segni rappresentano un’erosione culturale, un’impronta egoistica e distruttiva che minaccia un patrimonio geologico e paesaggistico di inestimabile valore.

Le dune di Cala di Trana, custodi silenziose di un passato che risale all’Olocene, costituiscono un archivio naturale capace di raccontare i cambiamenti climatici e ambientali che hanno modellato la Sardegna nel corso dei millenni.

La loro composizione sedimentaria, la loro morfologia peculiare, sono il risultato di complessi processi di trasposizione e accumulo di sedimenti trasportati dai venti e dalle correnti marine, un equilibrio delicato che oggi è gravemente compromesso dall’azione umana.

L’asportazione di sedimenti, la rimozione di blocchi di arenaria – come il recente episodio del masso di un metro e mezzo – non sono semplici atti di vandalismo, ma vere e proprie ferite inferte a un organismo vivente.
Questi interventi destabilizzano la struttura della duna, rendendola più vulnerabile all’azione erosiva del vento e delle onde, accelerandone il collasso e compromettendo la sua capacità di svolgere le fondamentali funzioni ecologiche che la contraddistinguono.
Le dune dunali, infatti, non sono solo barriere naturali che proteggono la spiaggia e le aree retrostanti dall’azione del mare, ma anche habitat cruciali per una ricca biodiversità, rifugio per specie vegetali e animali uniche, filtri naturali che depurano le acque sotterranee, serbatoi di carbonio che contribuiscono a mitigare i cambiamenti climatici.
La loro distruzione, pertanto, innesca un effetto domino con conseguenze imprevedibili sull’intero ecosistema costiero.
La denuncia del Comitato Amici di Talmone e Cala Trana, corroborata da un dettagliato report fotografico inviato alle autorità competenti, è un appello disperato a una maggiore consapevolezza e a un’azione immediata.
La richiesta di recinzioni perimetrali e di una cartellonistica informativa non è solo una misura di protezione fisica, ma anche un invito all’educazione ambientale, un tentativo di sensibilizzare la comunità locale e i visitatori all’importanza di preservare questo tesoro naturale.
Come sottolinea Myriam Stelletti, esperta di scienze ambientali e geologa all’Università di Sassari, la perdita della duna non significa solo la scomparsa di una formazione geologica unica, ma anche la progressiva degradazione della spiaggia stessa, condannata a un processo di erosione irreversibile.
La resilienza del sistema costiero è strettamente legata all’integrità della duna, e la sua distruzione compromette la capacità di rigenerazione dell’intero ambiente.
È imperativo che questa emergenza diventi un catalizzatore per un cambio di paradigma, per un nuovo approccio alla gestione del territorio costiero, basato sulla sostenibilità, sulla prevenzione e sulla partecipazione attiva della comunità.
Solo attraverso una collaborazione sinergica tra istituzioni, associazioni e cittadini sarà possibile invertire la rotta e garantire che le future generazioni possano ammirare e apprezzare la bellezza e la ricchezza del paesaggio di Cala di Trana.

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