venerdì 5 Settembre 2025
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Calabrone asiatico: allarme in Sardegna, piano d’emergenza in atto

La presenza della *Vespa velutina*, comunemente nota come calabrone asiatico a zampe gialle, rappresenta una seria minaccia alla fragile architettura biologica della Sardegna e alla sua economia agraria.
Questa specie aliena, introdotta al di fuori del suo areale originario, si configura come un predatore insidioso per le api da miele, fulcro di un ecosistema complesso e di vitale importanza per l’impollinazione e la salute generale dell’ambiente.
Le conseguenze di un’infestazione prolungata possono estendersi ben oltre l’apicoltura, compromettendo la biodiversità, la produzione agricola e, potenzialmente, la sicurezza pubblica, soprattutto in contesti urbani.

Per contrastare efficacemente questa emergenza, la Regione Sardegna ha attivato un approccio multidisciplinare e proattivo.

Un tavolo tecnico, composto da esperti provenienti dall’assessorato regionale, dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dall’ISPRA, dal Settore fitosanitario regionale e dall’Università di Sassari, è stato istituito per coordinare le strategie di prevenzione e gestione.
Si sta sviluppando un piano regionale dettagliato, basato su evidenze scientifiche e linee guida europee, che prevede un sistema di monitoraggio capillare, sia attivo che passivo, per intercettare tempestivamente la presenza della vespa.
Questo sistema sarà integrato da strumenti tecnologici avanzati per la geolocalizzazione precisa dei nidi, consentendo interventi mirati e minimizzando l’impatto ambientale.

La formazione di personale specializzato, apicoltori inclusi, è un elemento cruciale del piano, volto a creare una rete di sentinelle capaci di riconoscere i segnali di presenza della vespa e di comunicare efficacemente le segnalazioni.

La collaborazione con la comunità scientifica, in particolare con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, e con le associazioni apistiche – come Apiaresos e Toscana Miele – si rivela imprescindibile per massimizzare l’efficacia delle azioni intraprese.
L’esperienza maturata con la neutralizzazione del focolaio individuato nel comune di Ilbono, un intervento complesso che ha impiegato tecniche di radiotracking e l’utilizzo di permetrina, ha fornito preziose informazioni e ha rafforzato la consapevolezza dell’importanza di un approccio integrato.

La partecipazione di specialisti provenienti dalla Toscana e dall’Università di Pisa, accanto agli operatori regionali e agli apicoltori locali, ha testimoniato l’urgenza di una risposta transregionale e transnazionale.
L’assessora delegata ha sottolineato l’importanza di agire con tempestività e responsabilità, evitando allarmismi ingiustificati e comunicando in modo trasparente con la popolazione.

Il successo dell’intervento di Ilbono rappresenta una pietra miliare, ma non deve indurre a compiacenza.

È fondamentale mantenere alta l’attenzione, investire nella ricerca e nello sviluppo di metodi di controllo sempre più selettivi ed ecocompatibili, e rafforzare la rete di monitoraggio per salvaguardare il patrimonio biologico della Sardegna e tutelare il lavoro dei nostri apicoltori, custodi di un’eccellenza enogastronomica e di un equilibrio ecologico inestimabile.

Il futuro dell’apicoltura sarda e la resilienza degli ecosistemi dipendono dalla nostra capacità di rispondere con determinazione e lungimiranza a questa sfida bioinvasiva.

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