domenica 24 Agosto 2025
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Cannabis Light: Sequestrata Piantagione Nascosta nel Nuorese

Il recente sequestro di una vasta coltivazione di cannabis light nelle campagne di Lodine, frazione di Fonni, ripropone un fenomeno strutturale che affligge il territorio nuorese: l’uso del paesaggio montano per attività illegali legate alla produzione di sostanze stupefacenti.
L’operazione, condotta congiuntamente dal Commissariato di Gavoi e dalla Squadra Mobile di Nuoro il 26 luglio scorso, ha portato all’arresto di due individui e all’identificazione di ulteriori quattro persone, ora sottoposte a indagine.
La scoperta, effettuata in località Puddis, ha rivelato una piantagione estesa, composta da circa 1600 piante di cannabis in avanzato stadio di maturazione, destinate alla produzione di infiorescenze ad altissimo contenuto di THC.
Le analisi preliminari condotte sulle infiorescenze hanno evidenziato concentrazioni di THC che superano di quindici volte i limiti massimi consentiti dalla legge, suggerendo una produzione mirata a massimizzare la potenza psicoattiva del prodotto finale.
La scelta di un’area particolarmente impervia e nascosta, protetta da una fitta vegetazione, testimonia la cura e l’ingegno profusi dagli organizzatori per eludere i controlli delle forze dell’ordine.

Questo evento non è un caso isolato.
Il territorio nuorese, con le sue caratteristiche geografiche uniche – un ambiente montano dal clima favorevole e una densità di popolazione relativamente bassa – si presenta, da anni, come un habitat ideale per la coltivazione illegale di cannabis.

La combinazione di temperature miti, precipitazioni adeguate e una scarsa presenza antropica facilita l’occultamento delle coltivazioni e rende più difficile il loro rilevamento.
L’attività della Procura della Repubblica di Nuoro, coordinata con le forze dell’ordine, è attualmente focalizzata sull’identificazione degli ulteriori responsabili, ricostruendo le dinamiche di un’organizzazione complessa che, presumibilmente, opera a più livelli, dalla coltivazione alla distribuzione.

Il sequestro di Lodine rappresenta un ulteriore tassello in un mosaico di attività illecite che minano la sicurezza e la legalità nel territorio, richiedendo un impegno costante e mirato da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine per contrastare efficacemente il fenomeno e tutelare la comunità.

La persistente scelta del Nuorese come luogo di coltivazione illegale suggerisce anche la necessità di approfondire le cause socio-economiche che spingono individui a intraprendere attività criminali in un contesto di marginalità e opportunità non sempre trasparenti.

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