La recente sentenza della Corte di Cassazione consolida un precedente doloroso e complesso in materia di sicurezza sul lavoro, confermando la responsabilità penale di Pietro Delogu, amministratore delegato delle Tenute Delogu, per la morte di Paride Meloni.
Il tragico evento, avvenuto nell’agosto del 2017 all’interno di un’azienda vitivinicola nella Nurra di Alghero, ha portato alla scomparsa di Meloni, operaio agricolo, a seguito di un incidente in un silo per la fermentazione del vino.
La vicenda, inizialmente archiviata con una assoluzione in primo grado basata sulla presunta inesisteza del fatto, ha subito una significativa svolta con la sentenza della Corte d’Appello di Sassari.
I giudici d’appello hanno riconosciuto la responsabilità di Delogu, non come mero esecutore materiale, ma come figura apicale all’interno della struttura aziendale, identificandolo come responsabile, in virtù della sua posizione di Presidente del Consiglio di Amministrazione, per una grave carenza di misure di sicurezza.
La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso presentato dalla difesa, sostenuta dagli avvocati Nicola Lucchi e Pantaleo Mercurio, ha confermato che l’omissione di garantire l’assistenza ad un operaio durante attività di manutenzione ad alta pericolosità, come l’accesso a un silo per vino di quelle dimensioni, costituisce un reato di omicidio colposo.
La mancata presenza di un secondo operaio, in grado di intervenire tempestivamente dopo la caduta, ha privato la vittima di una possibilità concreta di sopravvivenza.
È importante sottolineare che, parallelamente all’accusa di omicidio colposo, a Delogu erano contestate diverse violazioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Tuttavia, queste accuse sono state dichiarate prescritti, rendendo inapplicabile una sanzione pecuniaria o amministrativa per tali infrazioni.
Questa peculiarità del caso evidenzia come la responsabilità penale, in questo contesto, si concentri sulla condotta omissiva di un soggetto con poteri decisionali, piuttosto che sulle semplici violazioni delle normative di sicurezza.
L’incidente si è verificato quando Meloni, salendo su una scala a più di tre metri di altezza, stava eseguendo interventi di manutenzione sul boccaporto del silo.
La perdita di equilibrio ha causato la sua caduta, intrappolandolo all’interno.
I suoi tentativi di liberarsi, seppur disperati, hanno inavvertitamente aggravato la situazione, accelerando l’esposizione alle pericolose concentrazioni di anidride carbonica.
La rapidità con cui le esalazioni hanno causato la perdita di conoscenza e la morte, testimonia la criticità dell’ambiente di lavoro e l’immediata necessità di procedure di sicurezza adeguate.
Oltre alla condanna penale, la sentenza prevede anche un risarcimento economico a favore della famiglia di Paride Meloni, rappresentata dall’avvocata Maria Giovanna Marras, a testimonianza del dolore e del danno irreparabile causati dalla perdita.
Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità delle aziende, sulla necessità di una cultura della sicurezza radicata in ogni livello gerarchico e sull’importanza di garantire la formazione e la protezione dei lavoratori, soprattutto in contesti lavorativi ad alto rischio.
La vicenda della Tenute Delogu rappresenta un monito per l’intero settore agroindustriale e per ogni realtà produttiva, ricordando che la prevenzione e la sicurezza non sono un costo, ma un investimento imprescindibile per la tutela della vita umana.






