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Cerealicoltura Sarda: Progetto Master per un Futuro Agricolo

La cerealicoltura sarda, afflitta da una profonda crisi strutturale che ne compromette la sostenibilità economica e ambientale, è al centro di un’iniziativa pilota ambiziosa: il Progetto Master.

Questo approccio innovativo si propone di ridefinire i paradigmi della filiera del grano, non solo ottimizzando le rese e la qualità nutrizionale, ma anche promuovendo un modello agricolo resiliente e in grado di rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalle crescenti esigenze di salute pubblica.

Il progetto, lanciato nel dicembre 2022, si articola attorno a quattro pilastri fondamentali: una ricerca agronomica avanzata, un’analisi approfondita degli impatti ambientali, uno studio dettagliato dei benefici per la salute umana e, crucialmente, una valutazione socio-economica volta a garantire la replicabilità e la diffusione del modello.
La direzione scientifica, condivisa tra il Dipartimento di Scienze e Salute Pubblica dell’Università di Cagliari, sotto la guida del professor Luchino Chessa, e l’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, coordinato dalla professoressa Elisa Pellegrino, riflette un impegno interdisciplinare volto a integrare competenze diverse e a sviluppare soluzioni concrete.
Le sperimentazioni sul campo hanno rivelato risultati promettenti.
L’inoculo mirato di microrganismi benefici nel suolo, associato a una biofortificazione con selenio, ha innescato incrementi considerevoli nella produzione di grano duro e tenero.
In alcuni casi, le rese hanno superato del doppio quelle registrate in campi di controllo, indicando un potenziale trasformativo per la cerealicoltura sarda.

Parallelamente, l’analisi del microbioma, sia del suolo che delle radici, ha permesso di comprendere come la diversità microbica e la presenza di specie chiave siano elementi imprescindibili per la resilienza delle piante agli stress, che siano di natura biologica (malattie, parassiti) o ambientale (siccità, salinità).

Questa prospettiva ecologica, che considera il suolo come un ecosistema vivente e interconnesso, rappresenta un cambiamento radicale rispetto agli approcci tradizionali.
Un elemento distintivo del Progetto Master è l’integrazione di una fase di sperimentazione clinica.
Pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una patologia sempre più diffusa legata all’accumulo di grasso nel fegato, sono stati suddivisi in due gruppi: uno alimentato con prodotti a base di cereali biofortificati, l’altro con alimenti convenzionali.
L’obiettivo era valutare l’efficacia del selenio, un micronutriente essenziale con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, nel supportare il trattamento di questa condizione.
I dati preliminari suggeriscono che l’alimentazione con cereali arricchiti possa contribuire a migliorare i parametri metabolici associati alla steatosi, aprendo nuove prospettive per l’utilizzo di alimenti funzionali nella prevenzione e nella gestione di questa malattia.

Il Progetto Master non si limita a un approccio tecnico, ma mira a costruire un modello agroalimentare locale sostenibile, capace di generare valore economico, preservare la biodiversità e promuovere la salute della popolazione.
La replicabilità del modello rappresenta un obiettivo strategico, volto a diffondere le buone pratiche agricole e a rafforzare la filiera del grano sardo, contribuendo alla rivitalizzazione del territorio e alla valorizzazione delle risorse locali.

Questo approccio olistico e innovativo offre una risposta concreta alla crisi della cerealicoltura, ponendo le basi per un futuro agricolo più resiliente, sostenibile e orientato alla salute.

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