Il caso Cinzia Pinna, la giovane donna trovata senza vita nella tenuta ConcaEntosa tra Palau e Arzachena, continua a generare interrogativi e a scuotere la comunità sarda.
Al centro della vicenda, l’imprenditore vinicolo Emanuele Ragnedda, autore del gesto e confesso, e le figure che, a vario titolo, si sono trovate coinvolte nelle sue vicende post-omicidio.
Tra queste, Rosa Maria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo, e Luca Franciosi, manutentore originario della Lombardia, entrambi indagati per favoreggiamento.
L’avvocato Francesco Furnari, legale di Rosa Maria Elvo, ha ribadito con fermezza l’estraneità della sua assistita ai fatti, contestando la tesi di una sua implicazione nell’occultamento di prove o nella protezione dell’autore del delitto.
La ricostruzione dei fatti, come sostenuto dalla difesa, non contempla alcuna responsabilità di Rosa Maria Elvo, che si è recata nella tenuta di ConcaEntosa il giorno successivo alla tragedia, ignara di essere entrata in un luogo teatro di un crimine.
L’indagine difensiva, guidata dall’avvocato Furnari, si avvale ora della consulenza dell’ingegnere Paolo Dalchecco, esperto di informatica forense.
L’obiettivo è meticoloso: analizzare a fondo i dati digitali pertinenti al caso, compresi i registri di accesso alla tenuta, le comunicazioni elettroniche e qualsiasi altra traccia digitale che possa rivelare dettagli cruciali sull’accaduto.
Si vuole, in particolare, accertare la presenza fisica di terzi all’interno della tenuta ConcaEntosa, e verificare se Emanuele Ragnedda abbia agito da solo.
L’indagine si propone, inoltre, di esaminare le dinamiche relazionali tra Ragnedda e le persone coinvolte, cercando elementi che possano svelare possibili moventi alternativi o la presenza di ulteriori responsabili.
La difesa si è posta l’arduo compito di ricostruire, con rigore scientifico e investigativo, una cronologia degli eventi che conduca a una verità processuale completa e inoppugnabile.
Rosa Maria Elvo, profondamente turbata dalla vicenda, spera in una rapida risoluzione del caso e in un ritorno alla serenità, dopo un’esperienza traumatica che l’ha sottoposta a una pressione emotiva insopportabile.
La posizione della ristoratrice, descritta come estranea e innocente, è il fulcro della strategia difensiva, che si prefigge di dissipare ogni dubbio e di ristabilire la sua reputazione nella comunità.
I risultati dell’indagine difensiva saranno prontamente condivisi con la magistratura, con l’auspicio di fare luce sulla vicenda e di tutelare pienamente i diritti di Rosa Maria Elvo.







